Gallipoli, polo di sviluppo nel Salento

L’economia italiana è in una fase di stallo, quella pugliese in particolare non mostra segni di ripresa con una disoccupazione passa dal 14,2 al 16,2 per cento, quella salentina permane nel consueto sottosviluppo con la città di Lecce, in particolare considerata città statica con popolazione piuttosto invecchiata. E’ necessario, quindi, intraprendere una inversione di tendenza per dare risposte concrete e risolutive alle tante difficoltà.
Per promuovere e valorizzare il Salento bisogna puntare sullo sviluppo di Gallipoli che possiede le condizioni essenziali per svolgere un ruolo primario nel campo economico-sociale.
Questa affermazione non discende da un discorso di ’cicero pro domo mea’, ma da una attenta osservazione delle caratteristiche strutturali dell’area e dall’esistenza delle risorse che attendono di essere utilizzate per eliminare l’arretratezza e la emarginazione dal progresso del mercato globale.
L’incremento della produttività della nostra zona è stato molto modesto ed insufficiente per migliorare la qualità della vita e intraprendere un cammino di crescita perché non si è investito sulle risorse strutturali che sono rimaste neglette per le miopi decisioni campanilistiche o per i superficiali studi di settore.

Se pensiamo al Porto di Gallipoli, che è un porto commerciale del Salento che non viene messo in prima posizione negli interventi di miglioramento strutturale dell’area salentina, ci rendiamo conto del corto respiro dei nostri discorsi di sviluppo e di progresso.
Ora che dopo 24 anni, il 7 settembre scorso, è stato approvato dalla Regione Puglia il Piano di Sviluppo Regionale ( P.S.R.) ci dovremmo attendere un discorso più qualificato nell’ambito d’intervento della rete infrastrutturale , per potenziare il grosso insediamento urbano della costa salentina.
Le risorse della nostra zona sono :
1) una realtà portuale, che anche nelle attuali situazioni di inefficienza realizza consistenti movimenti di scambio di merci;
2) un ampio territorio idoneo ad indirizzare verso una economia aperta, con conseguente ridefinizione socio-economica e riposizionamento competitivo;
3) la specifica bellezza ambientale e la invidiabile posizione geografica, tutti elementi essenziali per qualificare un incisivo e definitivo intervento di sviluppo.
Le beghe politiche e gli insulsi interessi di parte distolgono da un discorso serio e impediscono di individuare le priorità di azione sul territorio per cui si sperpera il denaro pubblico in soluzioni parziali ed inefficaci e sono quasi inesistenti le realizzazioni di progetti di sviluppo.
E’ necessario pensare ad una nuova configurazione dell’economia salentina incentivando la vocazione turistica e commerciale, con una conseguente politica gestionale del territorio che valorizzi le attrezzature esistenti.
Il porto di Gallipoli, per esempio, non è stato messo nella condizione di produrre tutte le potenzialità che possiede. E’ un triste destino che attanaglia la Città di Gallipoli sin dai secoli passati, quando il Porto, importante emporio del Mediterraneo interessato da grossi movimenti di merci, non disponeva di banchine tanto che si contarono a centinaia i disastri causati dalla mancanza di aree idonee per le operazioni di carico e scarico.
Anche ora non esiste una adeguata via di accesso per chi proviene dalla strada provinciale di Lecce e deve operare nel porto: una stretta strada a doppio senso di marcia costringe a difficili manovre ed a gravi rischi i mezzi di trasporto. Adeguatamente attrezzato ed ammodernato, invece, potrà essere volano di sviluppo, in particolare per le linee di navigazione che operano nel settore crocieristico.
La sua posizione strategica consentirà di svolgere un ruolo trainante nel settore turistico che vive una dinamica economica molto debole, apportando nuovi e grossi vantaggi con l’aumento dei servizi e l’incremento dell’ offerta e coinvolgendo tutto il territorio della penisola salentina.
Il miglioramento funzionale della struttura portuale potrebbe significare apertura verso settori nuovi del mercato ed assunzione di ruolo concorrenziale rispetto alle altre realtà esistenti nel bacino del Mediterraneo.
Il “Progetto Integrato Settoriale“, relativo al Turismo, Cultura ed Ambiente nel Sud Salento, avviato recentemente a Gallipoli da parte della Giunta Regionale, deve essere pure un’occasione opportuna da utilizzare. Lo spirito del progetto è quello del recupero, valorizzazione e gestione dei beni storico-culturali e del potenziamento della ricettività turistica per il miglioramento del contesto socio-economico e dei sistemi turistici locali.
La strategia di intervento favorisce la partecipazione delle istituzioni e delle forze sociali ed imprenditoriali da coinvolgere in interazioni tra pubblico e privato per realizzare alti livelli di diversificazione e specializzazione.
In tal modo si valorizzerà il patrimonio storico, le infrastrutture per il recupero del Beni culturali e si offrirà un turismo plurale e destagionalizzato dando la giusta potenzialità alla specificità del Salento.
Come si muoverà il territorio di Gallipoli nella fase di presentazione dei progetti e dei piani di recupero da parte degli Enti locali?

Il Polo territoriale di riferimento privilegia la zona di Gallipoli - Maglie - Otranto.
Si coinvolgeranno in incontri e dibattiti pubblici le Istituzioni e la Società civile con le Associazioni culturali e di categoria? Nel passato non si è data la giusta rilevanza ai contributi culturali della società civile e le Amministrazioni hanno operato in maniera autonoma ed autoreferenziale senza tendere verso iniziative strutturali. L’impiego del denaro pubblico deve avere una ricaduta diversa e più qualificata se si vuole invertire la tendenza al sottosviluppo.
Lo spettacolo paesaggistico del Borgo antico di Gallipoli, con il famoso Castello ed il Rivellino , non deve essere equiparato ad un rudere fatiscente ed inospitale.
Il degrado e abbandono che si offre al visitatore ed al turista , che con grande sacrificio e coraggio viene tra noi , deve essere cancellato con iniziative di risanamento ambientale e culturale , per far rivivere le magnifiche pagine storiche che hanno attraversato i secoli ed hanno reso famoso il nostro territorio.
Nel Piano di Sviluppo Regionale si parla di rispettare le vocazioni territoriali con l’obiettivo di realizzare un adeguato sviluppo economico, sociale e territoriale per tendere ad un riequilibrio territoriale e colmare gli squilibri esistenti rispetto alle principali regioni europee.
Se queste sono le volontà anche la pigra e distratta realtà amministrativa salentina dovrà intervenire subito, promuovendo quegli interventi idonei a favorire una crescita integrata con il territorio e la nascita e lo sviluppo di nuove attività ad elevata innovazione , capaci di allargare i mercati e creare sviluppo e competitività.
E’ urgente creare i collegamenti necessari con le aree interne del Salento che ancora permangono nelle difficoltà di raccordo. Quante sono , per esempio , le imprese industriali salentine che non usufruiscono dell’emporio gallipolino per gli alti costi gestionali o per le difficoltà da affrontare?
La riorganizzazione funzionale del territorio è la premessa per la riqualificazione del Salento , e deve essere un obiettivo strategico del Piano di Sviluppo Regionale.
Il territorio di Gallipoli potrebbe divenire il caposaldo dell’auspicato sviluppo economico, promuovendo l’innovazione tecnologica e le politiche di settore per conquistare quote crescenti di mercato.
In questa prospettiva dovrà inserirsi anche il “Piano territoriale di coordinamento della Provincia di Lecce“ per la riqualificazione fisica e funzionale dei centri storici e dei centri antichi, non solo del Centro-storico gallipolino ma anche dei centri minori vicini per amplificare e qualificare l’offerta di beni e servizi del nostro territorio ad alta vocazione turistica.
Ed ecco, allora, l’urgenza di utilizzare il Castello angioino, annoverandolo tra i beni comunali, per completare un quadro di grande richiamo e di crescita culturale. Abbiamo noi la capacità di superamento dell’individualismo politico esasperato per avviare un lungo e difficile lavoro di coesione d’intenti per raggiungere i traguardi di studio ed operosità indispensabili affrontando tutti i sacrifici e gli impegni richiesti da tali iniziative?
L’esperienza e la quotidianità mi inducono al pessimismo, ma vorrei essere smentito dai fatti.

Luigi Giungato