Alcide De Gasperi

Sono trascorsi ormai cinquant’anni dalla morte, avvenuta a Sella di Valsugana il 19 agosto 1954, di Alcide De Gasperi, il più grande statista che ebbe l’Italia nel novecento.
Uomo politico integerrimo, coerente, risoluto, efficace protagonista della ricostruzione del nostro Paese,distrutto da una scellerata guerra. De Gasperi è anche l’uomo dalla visione politica internazionale, l’europeo prestato all’Italia, che seppe, assieme a Schumann e Adenauer, farsi protagonista appassionatamente determinato dell’edificazione della nuova Europa,l’Europa Unita, integrata con tutti i popoli del vecchio Continente.
Le celebrazioni rievocative del cinquantennio non sono mancate anche nel comprensibile desiderio di appropriarsi, finalmente, dopo un lungo e ingiustificato periodo di oblio e di preconcetta incomprensione (su vari fronti) dei grandi valori dell’uomo politico democratico che con intelligenza, coraggio, onestà, lungimiranza seppe condurre l’Italia democratica fuori dalle macerie e avviarne la ricostruzione politica e materiale e la trasformazione del Paese in una delle prime nazioni industriali ed economiche nell’ambito internazionale.
Come dichiara Giulio Andreotti, l’uomo politico di riaffermato prestigio, che più di ogni altro crebbe alla scuola di De Gasperi: “nessuno ha il diritto di rivendicarne l’eredità politica.
Alcide De Gasperi non ha eredi, dichiara Andreotti, né in atto né in futuro; la sua concezione globale della politica ha fatto fare al nostro Paese numerosi passi avanti quando non avevamo un solo amico nel panorama internazionale. La chiave di lettura della sua politica è nella concezione del centrismo non come formula di collaborazione tra i partiti, ma come ricerca continua di una soluzione ai problemi attraverso la mediazione.
Oggi vediamo che espression8i come “servizio politico” sono divenute retoriche. La politica al servizio della collettività ha un alto valore morale; altrimenti è la politica con la “p” minuscola che non era certo la politica di De Gasperi”.
E noi, nel pur modesto ruolo istituzionale nostro ci siamo costantemente ispirati proprio a questa altissima concezione della “politica come servizio”, a questa centralità etica presente nell’insegnamento di De Gasperi.

Giuseppe Auteliano (Direttore de "Il Confronto Culturale")