A proposito dell'Isola S. Andrea...

Da quando è scoppiata la diatriba "Vendita dell'Isola si, vendita dell'Isola no", non sono mai intervenuto. Devo ammetterlo, la questione non mi ha per nulla appassionato.
Decido solo ora di rompere il silenzio e di intervenire sull'argomento, ammesso che a qualcuno possa mai interessare la mia opinione. Studio l'isola da anni dal punto di vista naturalistico insieme ad altri, ed insieme ad altri ho fatto parecchi anni fa diverse proposte, l'istituzione di un parco, la costituzione di un pool di ricerca permanente ecc.BR> Finalmente ci sono riuscito. Da due anni studiamo la fauna e soprattutto l'avifauna ( Progetto Piccole Isole e di Inanellamento) e i dati raccolti hanno dimostrato la necessità e l'importanza di continuare a studiarla.
Dov'erano allora, quando facevamo quelle proposte, quelli che adesso si riempiono la bocca di frasi tipo "l'Isola è un patrimonio dei gallipolini, non si tocca, acquistiamola", in qualche caso sono quegli stessi che allora ci presero a pesci in faccia o facevano progetti malsani di sfruttamento e forse, anche adesso, se cambia di nuovo aria, sono pronti a riproporli?
A me se l'Isola sia dei gallipolini, se sia pubblica o privata, se diventa riserva naturale o no, sinceramente non me ne frega niente. L' Isola non è dei gallipolini,
l'Isola appartiene alla Natura, alla sua flora e alla sua fauna e noi possiamo pensare solo di osservarla, studiarla e goderne in PUNTA DI PIEDI.

L'Isola appartiene a TUTTI e a NESSUNO, e se un proprietario ci deve essere, pubblico o privato che sia, non gli venga in mente di farci niente.
Qualcuno ha detto (e questa idea è venuta purtroppo pure ai "ben intenzionati") che piccoli interventi, come strutture leggere per la ricettività o manifestazioni tipo sfilate di moda, non arrecherebbero poi danni così elevati.
A costoro rispondo che alle specie che vivono sull'isola poco importa se "sopra" di loro sorga un palazzo di 50 piani o una bellissima costruzione "ecocompatibile" in stile mediterraneo. BR> In habitat di questo tipo, il riempirsi la bocca con lo "sviluppo sostenibile" è nella migliore delle ipotesi "grassa ignoranza" o peggio ancora una "truffa" (e in questa nobile arte sono campioni sia i "pubblici" che i "privati").
Purtroppo, essendo essa un'area molto aperta e di superficie molto limitata, presenta un'elevata sensibilità ai disturbi e qualsiasi intervento, benché minimo, ne comprometterebbe per sempre l'integrità e, con un effetto a catena, provocherebbe la totale scomparsa dei suoi peculiari habitat e l'abbandono definitivo delle specie che vi transitano e si fermano.
Qualcuno potrebbe controbattere : Ma che importa a noi se spariscono tutte queste specie? A che servono poi se non portano ricchezza? Ah niente, distruggetele pure!
Una cosa però è certa. La loro scomparsa, indipendentemente dalle incontestabili ragioni ecologiche, darebbe un colpo mortale all'identità della nostra città e la renderebbe sicuramente più povera e soprattutto PIÙ TRISTE.

Luciano Scarpina