L'antica organizzazione geodetica del Salento

II PARTE

Il sistema di suddivisione del territorio in celle circolari è ancora visibile nel Salento, poiché intorno ai centri corrispondenti ad alcuni luoghi più elevati, come le alture delle Serre, sono distribuiti “a raggiera” e “a macchia d’olio” paesi, masserie e luoghi di culto costruiti nel tempo sulla mappa territoriale organizzata in origine da un non-meglio definito “popolo costruttore di megaliti”. Con le specchie collocate sulle alture, con i menhir e i dolmen sistemati “a raggiera” e “a circonferenze concentriche” fu marcato tutto il territorio, distinguendo così le aree interne geologicamente più stabili da quelle periferiche più deboli.
Abbiamo già analizzato la “cella geodetica” di forma circolare sviluppata intorno al centro costituito dalla Serra Sant’Eleuterio e come il dominio visivo fosse prevalentemente orientato verso la costa ionica, esposta all’erosione marina, come attestano le due baie a sud e a nord dello scoglio di Gallipoli. Abbiamo sottolineato come, collegando i centri geodetici collocati sulla alture delle Serre Sant’Eleuterio, di Monte Vergine e di Martignano (dove vi è la Specchia dei Mori), si potesse individuare un’area triangolare geologicamente stabile, un entroterra posto naturalmente al riparo dalle lente, millenarie, modificazioni costiere.
All’interno delle “celle geodetiche circolari” è necessario distinguere i ruoli primari e secondari delle specchie.
Le principali sono le “specchie di mira” che, collocate sulle Serre, indicano i centri delle celle territoriali, le secondarie si trovano in pianura, sono di minore dimensione e possono essere state erette anche successivamente, in sostituzione degli originari menhir.
Interseca la cella geodetica di Sant’Eleuterio quella avente la medesima dimensione, comprendente il settore sud del Salento proteso verso il Capo Leuca, e avente il “centro geodetico” nella Specchia Silva. Collocata sulla Serra Mucorone, nei pressi di Ruffano, la specchia è ricoperta da una fitta vegetazione che l’ha messa al riparo dal totale depauperamento, imperante quando le pietre di quegli antichi cumuli venivano impiegate per le massicciate nella costruzione delle strade.
Nella territorio circostante la Specchia Silva molti centri abitati rimarcano l’antica estensione “radiale” e “a circonferenze concentriche”, ossia del sistema geodetico megalitico “a tela di ragno”, essendo sorti intorno ai menhir, ai dolmen o alla specchie minori. Collegati tra loro dalle lunghe linee radiali, che hanno origine dalla Specchia Silva, vi sono perciò centri urbani, masserie e luoghi di culto di molte epoche.
Nel settore di Nord-ovest, dopo l’allineamento Specchia Silva→ Serra S. Eleuterio→ Nardò→ costa ionica, troviamo Specchia Silva→ Casarano→ Matino, poi Specchia Silva→ Taurisano→ Masseria Pisari e→ l’Anguria.
In seguito, in direzione equinoziale Est-ovest, troviamo Specchia Silva→ Taurisano→ Masseria Agresta→ Racale→ Masseria Giannelli, Marina di Mancaversa.
Nel settore di Sud-ovest sono allineati in coppia, partendo dalla Specchia Silva: Felline→ Capilungo, Ugento→ C.no Venneri, Masseria Grande→ Marina San Giovanni, Gemini→ Madonna del Casale, Cardigliano→ P. del Macolone, Masseria i Pali→.Torre Pali.
Nel settore di Sud-est vi sono gli allineamenti tra: Specchia Silva→ →Acquarica-Presicce→ convento degli Angeli→ Torre Vado e, con l’allineamento maggiormente definito, Specchia Silva→ Santa Maria della Grotta→ Ruggiano→ Barbarano→ Giuliano→ Patù→ Castrignano del Capo→ chiesa di San Giovanni→ Leuca, dove ora sorge la Basilica della Madonna Annunziata e dove in precedenza vi era già un tempio dedicato a Minerva.
Gli altri collegamenti si sviluppano tra:
Specchia Silva→ Alessano→ Gagliano del Capo,
Specchia Silva→ Specchia→ Tutino→ Tricase,
Specchia Silva→ Chiesa Madonna Del Passo→ Masseria i Monaci,
Specchia Silva→ Miggiano→ Montesano→ Andrano→ fino a Castro, Specchia Silva→ Montesano→ fino a Santa Cesarea,
Specchia Silva→ Surano→ Poggiardo→fino a Otranto,
Specchia Silva→ San Cassiano→ Giuggianello→ Monte Vergine→ fino a Sant’Andrea sulla costa adriatica.
Nel settore Nord prevale l’allineamento Specchia Silva→ Ruffano→ Supersano, luogo di menhir e della nota chiesa rupestre dedicata alla Madonna di Coelimanna
Nel collegamento tramite circonferenze concentriche aventi il centro nella Specchia Silva le località collocate sulla circonferenza minore sono: Ruffano, Taurisano, Acquarica e Specchia, cui si aggiungono noti luoghi di culto delle aree limitrofe, come S. Maria della Grotta e Madonna dal Passo. Tutta l’area della cella, che estende il suo raggio fino al Monte Sant’Eleuterio, è costellata, secondo il medesimo ordine a circonferenze concentriche, da molti luoghi di culto come la chiesa del Crocefisso, nella piana tra Casarano e Ruffano, il convento di Santa Maria degli Angeli presso Presicce, la chiesa di Santa Maria della Serra sulla corrispondente Serra di Ruffano, tutti luoghi di sosta per i pellegrini che raggiungevano Leuca attraverso l’antica “via leucadense”, che si snodava lungo difficili tracciati passanti attraverso le Serre interne.
Le due celle geodetiche di Serra Sant’Eleuterio e di Specchia Silva si intersecano tra loro formando uno spicchio sferico di territorio comune.
La circonferenza avente come raggio la distanza Specchia Silva–Serra Sant’Eleuterio definisce l’estensione della cella delineando un ampio settore di costa ionica compreso tra Marina di San Giovanni e Torre Vado e un breve tratto di costa adriatica tra Marina Serra e Marina di Marittima, presso Tricase. Nel passare da una costa all’altra attraversa le località di Torre Vado, Morciano di Leuca, Barbarano, Corsano e Marina Serra, escludendo il triangolo di terra che costituisce il Capo di Leuca.
Le aree periferiche di ogni cella geodetica risultano geologicamente deboli, caratterizzate da luoghi ritenuti a rischio, perché soggetti a erosione marina, a frane, a implosioni delle aree crostali producenti le vore-inghiottitoio, fenomeni legati ai territori carsici solcati da cavità ipogee terrestri e subacque.
Su quei luoghi i costruttori di megaliti intesero operare degli interventi stabilizzanti, armonizzando i flussi dell’elettromagnetismo distruttivo che provocava terremoti e aperture di faglie e che in un territorio carsico come quello salentino, attraversato da fiumi sotterranei e da sacche di gas metano, favoriva i crolli delle cavità ipogee e delle coste marine.
A testimonianza della logica con la quale operava il popolo costruttore di megaliti, in questo limitato territorio triangolare costituente l’estrema punta del Salento, considerato geologicamente “debole” poiché lontano dall’influsso energetico del “centro geodetico” della Specchia Silva, sono ancora presenti, malgrado la massiccia distruzione operata per millenni, il menhir Mensi e il menhir della Croce a Giuliano, il menhir Stazione e il menhir dello Spirito Santo ad Arigliano e ancora noti, anche se sono scomparsi, il menhir Santa Maria di Patù, il menhir San Giovanni di Salignano, il menhir Trisciole e il menhir Curisce di Gagliano del Capo.
Il ruolo stabilizzante dei menhir era derivato dalle proprietà conduttive del materiale litico impiegato, dalle loro capacità di allineare i flussi di elettromagnetismo distruttivo circolante nel territorio, trasformarlo in campi magnetici e incanalare le polarità nord nel sottosuolo e proiettare le polarità sud verso l’alto. In epoca storica tale ruolo equilibrante fu demandato alle caratteristiche formali dei luoghi di culto, costruiti secondo una “Geometria Sacra” per sviluppare risonanze armoniche e con impiego di materiali dalle proprietà conduttive, tra i quali anche l’oro, il metallo miglior conduttore, che rivestiva molti interni di templi e di chiese cristiane, o era depositato allo scopo nel sottosuolo di molte luoghi di culto o in sepolture rituali (tesori che hanno arricchito molti cercatori di acchiature e devastatori di templi !).
La protezione del territorio, già organizzato secondo la “Geografia Sacra” applicata dai costruttori dei megaliti seguendo un diretto rapporto terra/cielo, fu in epoca cristiana demandata ai santi “protettori” come San Teodoro, San Giorgio, San Michele, San Rocco, Santa Marina e soprattutto alla Madonna. A protezione del Capo di Leuca, oltre alla nota Basilica di Santa Maria Annunziata, vi è la chiesa della Madonna di Belvedere, o “Leuca piccola”, eretta a Barbarano, in un territorio ai limiti estremi della cella geodetica della Specchia Silva, dove si apre la nota “vora. inghiottitoio” considerata la più grande del Salento. Nel settore di Nord-est nelle aree periferiche della medesima cella geodetica vi sono molte altre chiese, tra le quali quella di San Rocco di Torrepaduli e della Madonna della Serra, posti a protezione di un’area geologicamente debole come quella di Surano e Nociglia, dove si aprono numerose “vore”, inghiottitoio.
Le antiche vestigia megalitiche contrassegnano ancora quei luoghi delle aree periferiche delle celle geodetiche megalitiche, come dimostra l’ultima scoperta effettuata nel 2005 dal prof. Ezio Sarcinella in territorio di Surano. Un dolmen “sconosciuto e ignorato” si eleva in prossimità di una vasto terreno agricolo, che solo recentemente è stata considerato altamente pericoloso per il grave rischio di crollo cui è soggetto perché sorge in area carsica ed ha una superficie crostale molto esigua, che i contadini (avendo disperso quelle antiche conoscenze simboliche tramandate attraverso i megaliti) adibivano tranquillamente a terreno agricolo, rischiando la vita nel passare sopra la cavità sottostante con i loro pesanti trattori.

Marisa GRANDE