…inverno critico nel Grande Salento

Il difficile momento della crisi economica mondiale dovrà essere seguito con particolare vigore ed interesse per saper affrontare con decisione le necessità che caratterizzano la nostra realtà sociale. Le analisi delle prospettive disastrose che potranno investire le zone più prospere del pianeta offrono l’opportunità di una forte presa di coscienza per realizzare nuove modalità comportamentali basate sull’efficienza e sulla qualità.
Ogni iniziativa, sia pubblica che privata, dovrà essere il risultato di un attento ed approfondito esame preventivo delle emergenze esistenti che si vogliono eliminare, progettando il conseguente superamento delle stesse e, nel contempo, garantendo le più ampie ricadute positive.
Molto spesso le azioni poste in essere sono caratterizzate da superficialità e pressappochismo e non raggiungono mai gli obiettivi di miglioramento che si intendevano conseguire, determinando soltanto un continuo sperpero di denaro.   
Il divario Nord-Sud sarà ulteriormente aggravato senza l’assunzione di un agire quotidiano diverso, che veda protagonisti più responsabili i cittadini, pubblicizzando gli interventi a salvaguardia della efficienza delle Istituzioni pubbliche, per trasformare lo stato di crisi in situazioni di crescita..  
Il ‘Grande Salento’ non decollerà se non riecheggeranno nelle dotte dissertazioni sullo sviluppo del territorio nuovi interventi basati su modalità diverse di utilizzo delle risorse, auspicando iniziative più qualificate per evidenziare le caratteristiche peculiari della Regione.
Noi viviamo da sempre in una crisi profonda: non si creano posti di lavoro, i servizi sul territorio sono i peggiori del Paese, e sempre più lontane sono le dinamiche di progresso.
La congiuntura difficile impone un razionale ed efficace impiego dei capitali pubblici, annullando gli interventi di facciata determinati da situazioni effimere ed irrazionali.
Dobbiamo domandarci con insistenza quali sono gli obiettivi ed i risultati utili al territorio ed alle comunità  che si programmano di conseguire, per evitare le inutili realtà che hanno spesso interessato le Amministrazioni pubbliche.
Il territorio del ‘Grande Salento’ è stato oggetto di tali decisioni negative che fanno bella mostra di sé in tante zone industriali, artigianali e nei centri storici.  Non si debbono distruggere in tal modo le prospettive di sviluppo economico: si deve intervenire con la qualificazione delle zone urbane con chiare offerte migliorative  nei settori culturali, turistici e commerciali.
Le carenze infrastrutturali hanno escluso la nostra regione da percorsi virtuosi risolutivi delle annose arretratezze; le difficili circostanze globali disegnano un cammino di rinnovamento molto più complicato. Bisogna saper impiegare meglio i fondi pubblici, garantendo la massima redditività economica e sociale.
Questo momento di forte instabilità politica richiede una discussione approfondita sull’avvenire civile e morale del Salento per l’avvio di una nuova attività fondata sulla ‘qualità’, per dare contributi di pensiero e di ricerca, coinvolgendo tutte le Cittadinanze del ‘Grande Salento’, come si auspica a viva voce con la riforma sul Federalismo in discussione in Parlamento.
Per dare senso a questo nostro discorso, che potrebbe sembrare più teorico che pratico, vogliamo mettere in evidenza la superficialità gestionale che ha caratterizzato l’azione degli Amministratori pubblici della Città di Gallipoli, che forse hanno operato senza quelle necessità di efficienza e di qualità che sono di rigore per stimolare un vivere civile e moderno.
Quali novità determineranno i lavori che si stanno eseguendo nell’edificio del ‘Mercato’ ? La nascita di esercizi commerciali contigui a tanti altri simili già esistenti quale contributo innovativo potrà comportare per la riqualificazione del ‘centro storico’ della “Bella Città”?
E’ mai possibile che nella scelta dell’utilizzo dell’ingente finanziamento ministeriale e regionale in favore delle strutture storiche antiche gli Amministratori non abbiano saputo presentare un progetto più adeguato e coerente alle necessità del restauro dei ‘Castelli di Puglia’, come hanno fatto le altre Amministrazioni pugliesi e salentine in particolare?
Se partiamo da queste domande quali giustificazioni possiamo dare per la scelta della nascita di un nuovo “Museo della Pietra” addossato al grande Castello con il Rivellino, in quel contesto urbano, all’inizio del centro storico?
Nella piazza adiacente già funzionano esercizi commerciali privati e, quindi, è assurda la realizzazione di altri comunali perché, in tal modo, avremo una coesistenza caotica senza ricadute positive per la rinascita della città.
Le strutture sociali e culturali che si ipotizza di creare nell’edificio del Mercato potranno trovare migliore e più qualificata sistemazione nel Castello, com’è avvenuto per tutti i Castelli di Puglia. L’isolamento del Castello con il ripristino dell’antico fossato, la rinascita dello storico maniero saranno un forte richiamo culturale.
Dinanzi a queste considerazioni che da anni andiamo ripetendo, sino ad ora non abbiamo avuto la fortuna di un costruttivo contraddittorio e nessuno conosce, eccetto i dirigenti, qual è l’elaborato che si sta realizzando.
Quali modifiche si stanno facendo  rispetto al  ‘progetto iniziale’  approvato soltanto dalla Giunta municipale?
Perché quel  ‘progetto iniziale’  non è mai approdato in Consiglio Comunale?
Perché si è dovuto procedere allo scorporo del  ‘progetto iniziale’  in due lotti?
Il Consiglio comunale deve essere messo a conoscenza di tutti i provvedimenti che riguardano interventi strutturali  per la Città anche per avviare una ‘istruttoria pubblica’.  
Tale modalità di agire non deve essere problema della sola Città di Gallipoli ma deve coinvolgere tutto il ‘Grande Salento’ nelle sue più alte realtà ed espressioni politiche e culturali per evitare danni irreparabili.
Perché la permanenza dello stato di degrado e di abbandono del prezioso Castello con il Rivellino  non è solo una colpa grave dell’insensibilità dei cittadini della ‘Bella Città’  ma è la triste testimonianza del grado di inciviltà di una parte significativa del territorio salentino così ricco di potenzialità di progresso.
E’ ora di trasformare lo stato attuale di crisi in sagge opportunità per  rendere la ‘Bella Città’, ora solo di nome, più efficiente e più giusta, operando con maggiore affidabilità e qualità, valorizzando le risorse paesaggistiche, ambientali e storiche.
Evviva il Grande Salento!

Luigi GIUNGATO