Otello, dramma della gelosia

Sipario aperto sul “mostro dagli occhi verdi”: Calandra mette in scena Otello: dramma della Gelosia.
Nuova sfida teatrale per la compagnia tugliese da anni impegnata in lavori originali che affiancano rivisitazioni di classici della letteratura internazionale.
Dopo le avventure di Don Chisciotte e le bizzarrie di Orlando, tra l’ardore romantico di Cyrano e l’infida benevolenza di Tartufo, ecco che si insinua un nuovo sentimento: la gelosia di Otello.
La storia si conosce ed è sempre la stessa.
Il moro generale è a comando dell’esercito veneziano contro i Turchi nell’isola di Cipro, al suo fianco il luogotenente Cassio e l’ “onesto” alfiere Iago. Sposa del nobile Otello è Desdemona, fanciulla candida e moglie fedele tradita da un nome che anticipa le sue sventure (Desdemona in greco significa “sfortunata”).
Colpo di vento e le carte si mischiano.
Iago, manipolatore, fa credere ad Otello, suo generale, che Desdemona lo tradisce con il luogotenente Cassio. Il perfido alfiere tesse le trame di un finto peccaminoso amore, in realtà inesistente, facendo arrivare nelle mani di Cassio, grazie all’ignara complicità della moglie Emilia, il prezioso fazzoletto di Desdemona, prova “inconfutabile” del suo adulterio. Con una lenta e bruciante persuasione il malvagio Iago acceca il vulnerabile Otello che, preso da una pazzia vendicatrice, uccide l’innocente moglie nel letto nuziale per poi suicidarsi, scoperto l’inganno.
Ingiustizia è stata fatta.
La tragedia in cinque atti di Shakespeare, scritta intorno al 1603, fu messa in scena per la prima volta il 1°  novembre 1604 al Whitehall Palace di Londra. Numerose, nel corso dei secoli, le trasposizioni operistiche e cinematografiche. Tra le opere liriche più famose si ricordano per importanza l’Otello di Giocchino Rossini del 1816 e quello di Giuseppe Verdi, libretto di Arrigo Boito, messo in scena il 5 febbraio 1887.
Ed è proprio da quest’ultimo che si parte. La penna del professore Luigi Scorrano, da anni vicino alla compagnia e autore degli adattamenti portati in scena, trae spunto da questo scritto per il suo “Otello”.
Personaggi sempre in scena. Personaggi – oggetto. Personaggi scenografia.
Il vuoto intorno, la storia dentro. Teatro nel teatro. Storia che si intreccia e disintreccia, linguaggi altri per narrare ciò che già si conosce, ma che appare nuovo agli occhi di guarda. Teatro delle emozioni. Bene e male, nero e bianco però… allora come adesso. Eco delle novelle Hecatommiti  di Cinzio la tragedia prende forma nel corpo, nei corpi plastici e antropomorfi che disvelano il misfatto disegnandolo con un passo, con un braccio. Stando.
Racconto atemporale, immanenza. Vittime di un solo carnefice: il mostro dagli occhi verdi, lei..la gelosia. Tutto è chiaro, veloce, lineare. La rapida trasformazione degli attori in personaggi è resa visibile, nessun mistero. Ironia, giochi comici, sentimento e sua degenerazione. Anche morte…forse. C’è la tragedia, se ne coglie l’essenza. Niente risulta banale.
A muovere i fili di una partitura precisa ed originale è la regia di Giuseppe Miggiano.
Il lavoro, a breve in cartellone, vede sette attori in scena e si avvale della collaborazione di altri professionisti impegnati nella sua realizzazione.
Cosa di diverso, dunque? L’evidente fedeltà al testo riporta venature sperimentali non solo per la singolare messa in scena ma anche, e soprattutto, per il messaggio che arriva senza fronzoli e orpelli alla spettatore, coinvolgendolo, chiamandolo in causa, facendolo interagire. Istantanee metateatrali per attualizzare passioni attuali. Avidità, arrivismo, ira cieca, gelosia così come onestà, lealtà, integrità.
Non si cercano risposte questa volta…attori e spettatori già sanno ma fanno finta di non sapere e giocano ad incantarsi a vicenda con formule che suonano ogni volta nuove perché lo sono o forse lo sembrano, in questa  realtà… ma, come dirà il perlaprimavoltaonesto Iago “nella realtà che cosa non sembra il contrario di quel che è? E nella finzione, nel teatro, tutto è il contrario di quel che sembra!”

La Compagnia teatrale "CALANDRA" di Tuglie, presieduta da Salvatore Selce, è, da diversi anni, un'interessante realtà che si è ritagliata uno spazio importante nel panorama teatrale italiano. Partecipa a prestigiose rassegne professionistiche in tutta Italia ed è abitualmente recensita dalle maggiori testate giornalistiche nazionali (Panorama, Corriere della Sera, Repubblica, RaiRadioDue, Rai Tre Regione, ecc.). Ha stretto collaborazioni di rilievo con Università ed Enti, ha visto dei Festival di prestigio nazionale e organizza la rassegna nazionale teatrale "Premio Calandra". La Compagnia mette in scena lavori basati su un lavoro di ricerca e di laboratorio, proponendosi ad un pubblico di diverse fasce di età offrendo spettacoli sempre originali e fantasiosi. Il tutto si basa sull'esperienza ed il talento di attori con oltre 15 anni di esperienza.

Myriam MARIANO