Gallipoli e la Conférence permanente des villes historiques de la Méditerranée

Nei tre ingressi della città, come evidenziato da Anxa nel primo numero di quest'anno (p. 3), campeggiano da qualche tempo alcune scritte in un cartellone, che destano l'attenzione di quanti si apprestano ad entrarvi: "Benvenuti nella città di Gallipoli, Componente della Conferenza Permanente delle Città Storiche del Mediterraneo". Ringrazio il prof. Luigi Giungato, Direttore della rivista, di aver consentito al promotore della fattiva adesione di Gallipoli, avvenuta il 13 aprile 1999, e dei successivi sviluppi in seno alla Conférence (il nome esatto è quello che compare nel titolo, in lingua francese) di spiegare cosa essa è e quale ruolo vi svolge la nostra antica, bella ed amata città.
Dirò, brevemente, che la Conferenza permanente è stata costituita nel 1998 in seguito alla decisione presa nel 1996, nel corso del primo Seminario per la cooperazione tra le Città storiche del Mediterraneo (in particolare piccole e medie), organizzato dalla città di Alghero. Hanno sottoscritto l’atto di costituzione i rappresentanti delle città di Alghero, Betlemme, Bonifacio, Bosa, Sant’Agata dei Goti, nonché Pierangelo Catalano (direttore dell’ISPROM) e Tatiana Kirova (membro permanente per l’Italia dell’ICOMOS-CIVVIH).
La presidenza dell’Assemblea è affidata al sindaco di Betlemme, la presidenza della Commissione attualmente al sindaco di Lorca (in precedenza al sindaco di Xàtiva). La Città di Alghero, sede della Conférence, ne ha la Segreteria per la quale ha delegato l’ISPROM, di cui ho l'onore di essere socio promotore. L'Isprom - Istituto di Studi e Programmi per il Mediterraneo è stato costituito con atto pubblico nel 1972; è finanziato con Legge della Regione Autonoma della Sardegna (n. 61 del 27 novembre 1979), votata all’unanimità.
Da tempo Gallipoli fa parte della Commissione, a cui lo statuto della Conférence attribuisce compiti d'indirizzo e di coordinamento, insieme con le città di Alghero (Italia), Anagni (Italia), Bejaïa (Algeria), Betlemme (Palestina), Bonifacio (Francia), Byblos (Libano),  Castelsardo (Italia),  Lorca (Spagna), Sant’Agata dei Goti (Italia), Sparta (Grecia), Valmontone (Italia), Xàtiva (Spagna).
Altre città componenti della Conférence, secondo la lista dell'Isprom aggiornata al febbraio 2008 (in cui sono comprese quelle che vi faranno ingresso ufficiale durante l'assemblea di Tarragona, in occasione del IX Seminario Internazionale), sono: Antakya (Turchia), Arta (Grecia), Baalbek (Libano), Beit Jala (Palestina), Beit Sahour (Palestina), Birgu, Vittoriosa (Malta), Bosa (Italia), Carbonia (Italia), Carmona (Spagna), Corfù (Grecia), Gerico (Palestina), Ghardaya (Algeria), Hasbaya (Libano), Hebron (Palestina), Izola (Slovenia), Lanarca (Cipro), Madia (Tunisia), Mondovì (Italia), Morella (Spagna), Nicosia (Cipro), Noli (Italia), Orihuela (Spagna), Oujda (Marocco), Pafos (Cipro), Palma di Majorca (Spagna), Rèthymnon (Grecia), Rovigno (Croazia), Sagunto (Spagna), Séfrou (Marocco), Sremka Mitrovica (Serbia), Tanger (Marocco), Tarragona (Spagna), Tétouan (Marocco), Tiznit (Marocco), Tlemcen (Algeria), Tripoli (Libano), Vera (Spagna), Veria (Grecia), Vicoforte (Italia), Çannakale, Dardanelli (Turchia).
Rivestono la qualifica di osservatori la Regione Lazio, che ha finanziato il piano regolatore generale di Betlemme, capitale della Conférence, nonché la Provincia di Benevento. La lista in questione comprende, come appare, cinquantatre città di ben quindici Paesi della Riva Nord e della Riva Sud del Mar Mediterraneo.
2. Ma quale la natura del progetto che, sotto un unico vessillo, vede unite queste città, non sempre costiere, facenti parte della Conferenza Permanente delle Città Storiche del Mediterraneo? Come sappiamo la storia antica è una storia di tensione verso un'unità del mondo allora conosciuto, molto meno esteso di quello di oggi, sul fondamento della identità e della centralità del Mediterraneo. Nella fase storica contemporanea, in primo luogo attraverso le città ma anche attraverso le altre autonomie locali (province-regioni), il Mediterraneo si riscopre luogo delle confluenze geografica, economica, politica e, non da ultimo, religiosa di continenti e di popoli, postulando nuovamente una politica mediterranea (a raggio notevolmente più allargato), non imposta dall’esterno ma fatta dai popoli dei tre continenti che si affacciano sul Mediterraneo.
Anche la politica estera, lo abbiamo visto concretamente a Betlemme ed a Gerusalemme (dove, a partire dal dicembre 2004, ho rappresentato Gallipoli in occasione dei concerti per la vita e per la pace), può essere praticata non unicamente dai vertici ma pure dal basso, o meglio dalla base, costituita appunto dalle città, naturalmente senza misconoscere i compiti ed il ruolo propri dello Stato, anzi postulando una efficace cooperazione tra i diversi livelli di autonomia da una parte e gli Stati dall’altra.
Alla radice di tale prospettiva c’è una intuizione di Giorgio La Pira. Nella prima di copertina del volume a mia cura Da Betlemme a Gallipoli - Patrimonio mondiale dell'UNESCO (Editrice Salentina - Galatina 2007) si legge una frase dello stesso, che rappresenta un'ipotesi di ricerca ed insieme d'insegnamento dell'insigne romanista, formulata negli anni '50 del secolo appena trascorso: "Unire le città per unire le nazioni, sanare le città per sanare le nazioni". Essa coglie bene le idealità e gli obiettivi della fiorente e prestigiosa Conférence, di cui Gallipoli è uno dei riconosciuti capisaldi.
Queste affermazioni esprimono, infatti, una teoria complessa del diritto pubblico, che può essere sinteticamente articolata in alcune proposizioni, che espongo. La città è l’elemento costitutivo delle nazioni ed essa è dotata di forma essenziale, non soltanto di una “faccia” e di una competenza interna ma altresì di una “faccia” e di una competenza esterna, dalla quale, addirittura, occorre prendere le mosse. Ne consegue la possibilità, direi anzi l’esigenza, di una politica a misura e regola delle città sia nelle relazioni esterne sia in quelle interne a ciascuna città. Questa politica,
poi, è l’unica possibile, anzi necessaria, all’interno e all’esterno di ciascuna nazione e di tutte le nazioni.
Insomma, rovesciando i termini del fenomeno odierno – ancora da studiare e spesso iniquo – della globalizzazione, non dovrebbero essere i problemi del mondo a condizionare il governo delle singole nazioni e, in particolare, delle singole città, ma, stando all’intuizione profetica di La Pira, sono i problemi mondiali a dover esser affrontati dal di dentro della città-repubblica (urbs civitas), con il suo metodo specifico; in altri termini, l’invito è ad affrontare i problemi della città come  problemi mondiali, anzi universali.
Da ciò, la constatazione del fenomeno positivo della “risorgenza”, in Europa e persino nel mondo intero, del ruolo politico delle città e delle reti di città, che costituiscono il modo “mediterraneo concreto, repubblicano-democratico e  solidale” di concepire lo Stato (insomma un sistema costituzionale “altro”), che ha radici proprio nel diritto romano e si oppone alla forma di Stato, in crisi e produttiva di divisioni, forgiata sul modello inglese. Le città storiche, in particolare, conservano nei propri “centri storici”, nelle geometrie dei propri edifici (continentia aedificia) e muri i codici urbani delle isituzioni civiche e viceversa; esse sono depositarie di una parte importante della scienza necessaria e – come degli “analfabeti di ritorno” – dobbiamo daccapo imparare a leggerla (LOBRANO).
3. Ho accennato al piano regolatore generale di Betlemme. Il compito della formazione di detto piano, presentato a Gallipoli nella Biblioteca comunale il 22 aprile 2005, era stato conferito, nel rispetto delle indicazioni dell'UNESCO, alla Conferenza permanente con deliberazione del febbraio 1999 della Municipalità di Betlemme. Trascorso un quinquennio, esso è diventato un fatto compiuto, quantunque la fase operativa non sia ancora iniziata per difficoltà di ordine politico e burocratico. L'intenzione sarebbe di estendere il modello alle altre città della Palestina, di concerto con l'Associazione Nazionale Comuni Italiani (ANCI).
Il secondo progetto della Conférence, che desidero qui menzionare, concerne l’organizzazione di studi, a livello universitario, sul tema della città mediterranea (“Urbs e Civitas”) in vista di costituire un luogo comune, istituzionalmente stabile, di riflessione scientifica e formazione didattica circa gli aspetti urbanistici, giuridici-politici ed economici delle città storiche del Mediterraneo.
Con l’appoggio di una équipe di specialisti (terzo progetto), la città di Xativa ha intrapreso uno studio per la salvaguardia e lo sviluppo della città storica di Béjaïa. Lo studio, anche se ancora incompiuto, comprova il valore della collaborazione fra le città mediterranee.
Decisamente importante è, infine, il quarto progetto di un Centro mediterraneo per i “Saperi locali” (Savoir-faire locaux: le espressioni francesi sono più significative) , che comporta la valorizzazione delle persone e dei luoghi interessati, il ricorso alle tecnologie più avanzate, il dialogo fra gli operatori economici privati e le autorità pubbliche locali. Sul progetto, del quale vorrei occuparmi personalmente a beneficio della città di Gallipoli, vi è stata una notevole convergenza di opinioni favorevoli; in tema, prospettive di cooperazione sono state vagliate  soprattutto a Bonifacio e a Castelsardo, che lo hanno reso operativo con il consenso e l’apprezzamento generali.
Non va dimenticata l'organizzazione di otto riusciti seminari internazionali, a cui ho partecipato a titolo personale o in rappresentanza della nostra città. Ricordo il terzo seminario internazionale di Xativa, svoltosi dal 18 al 20 febbraio 1999, al quale ha preso parte anche la prof.ssa Alba Vulcano, nella veste di Presidente della Commissione cultura dell'Amministrazione comunale di Gallipoli. Ma, in particolare, ricordo il VII seminario internazionale di Lorca (5-6 novembre 2004), a cui ha preso parte, coadiuvata dalla dott.ssa Paola Renna, il nostro Assessore alla Cultura, al Turismo ed alla P.I. prof.ssa Gabriella Casavecchia, che ha svolto da par suo, insieme con me, un applaudito intervento sul centro storico di Gallipoli, stato attuale e strategie di sviluppo a lungo termine. Fu in questa circostanza che Gallipoli venne inclusa, meritatamente, fra le città della Commissione e le fu affidato il compito di organizzare la seconda riunione della Commissione medesima, che ebbe luogo nei giorni 1-2 luglio 2005, sempre nella Biblioteca comunale, sul tema della conservazione e della valorizzazione della città anche nella prospettiva UNESCO.
Desidero rammentare, infine, l'VIII seminario internazionale di Carbonia (l'ultimo), svoltosi dal 16 al 17 novembre 2007 con il contributo dell'ANCI Sardegna e del Premio "Luigi Coppola" - Città di Gallipoli, a conclusione del quale ho presentato, al più alto vertice della Conférence, il menzionato volume "Da Betlemme a Gallipoli", che poi è stato nuovamente presentato a livello di Amministrazione comunale nella Biblioteca l'8 febbraio c.a. ed, a livello della società civile, il 24 maggio presso il Grand Hotel "Costa Brada", sotto l'egida del Lions International di Gallipoli, del Rotary International di Galatina-Maglie-Terre d'Otranto, Gallipoli, Nardò e della F.I.D.A.P.A. Gallipoli (cfr. Anxa, maggio-giugno 2008, p. 34).
Quanto alle altre realizzazioni della Conférence, oltre alla cura di alcune importanti pubblicazioni, fra le quali figura quella testé menzionata, non possono essere pretermessi i sette concerti per la vita e per la pace (2001 - 2007), organizzati per sua delega in occasione del Natale, a Betlemme ed a Gerusalemme, dalla città di Valmontone ed ora altresì dall'Associzione per la Vita e per la Pace, di cui sono socio fondatore. Detti concerti, come noto, sono al centro dell'attenzione della pubblica opinione, nazionale ed internazionale, costituendo un evento mediatico di notevole risalto anche per la qualità delle interpretazioni, ma, principalmente, si muovono dentro l'alveo degli obiettivi della  Conférence. Essi sono, per l’area israelo-palestinese, il consolidamento del processo di pace in questo pericoloso focolaio mediorientale (al centro dei conflitti armati oggi esistenti nel mondo), la presenza cristiana in Terra Santa, l’abbattimento del muro, erede di quello di Berlino, la difesa e la valorizzazione di Betlemme (occorre continuare a seguire, perciò, la sua stella) nel quadro, come detto, della  visione a noi cara di una  politica estera che muove dal basso, cioè anche dalle città, oltre che dai vertici politici internazionali e dagli Stati.
4. La strategia più significativa, con riguardo alla città di Gallipoli, risiede nel sostegno che la Conferenza permanente ha dato e prosegue a dare alla sua possibile candidatura UNESCO, che la avvicina agli altri centri del nostro barocco: Lecce in primo luogo, ma anche Nardò, Galatina, Galatone, Martina Franca, Ostuni, Francavilla Fontana. Ripeto da quattro anni che Gallipoli deve diventare Patrimonio dell'Umanità per questa via (un Salento major, più culturale che geografico) sia per lo splendido barocco del centro storico sia per l'unitarietà e l'integrità del suo assetto urbano, dei suoi monumenti, della cinta muraria, per le caratteristiche paesaggistiche e per le sue importanti tradizioni. Analogo sostegno la Conferenza ha dato e dà alla città di Betlemme, reiterando più volte e con forza la domanda che la città natale di Gesù Cristo, simbolo riconosciuto di pace, sia inclusa per il suo valore universale nella lista del Patrimonio mondiale dell'UNESCO (“Que personne n'ose violer l'Étoile de Bethléem!”, documento conclusivo del Seminario internazionale di Lorca, 4-6 novembre 2004).
È significativo detto accostamento, che include la città di Lorca per l'unicità del patrimonio immateriale costituito dalle note celebrazioni della Settimana Santa, per cui merita ogni attenzione l'invito del prof. Pierangelo Catalano (negli atti del precitato convegno su Betlemme e Gallipoli) di dare l'esempio alle città ed agli Stati di quella che fu l'Europa cristiana, guardando a Betlemme, operando per essa.
Si tratta di un'iniziativa senza precedenti, in merito a cui l'Amministrazione comunale e la società civile hanno raggiunto l'acme della sensibilizzazione, non riscontrabile negli altri centri cointeressati tanto sotto l'incantevole aspetto paesaggistico quanto per la tipicità della locale scuola del barocco. Appena le condizioni lo hanno consentito, i primi passi, circa i quali si è registrata  una notevole convergenza d'opinioni, sono stati verso questa direzione, Betlemme ed UNESCO. Le due Amministrazioni, presiedute dal dott. Giuseppe Venneri, hanno posto giustamente la prospettiva fra i punti prioritari del proprio programma di rilancio anche per le sue ricadute sul piano economico ed hanno ben operato in tal senso fin dal 2005, servendosi, dietro mio consiglio, del contributo tecnico  della prof.ssa Tatiana Kirova dell'Università di Torino per la prospettiva UNESCO e del prof. Mario Docci dell'Università di Roma “La Sapienza” per i profili riguardanti il restauro e la riqualificazione dell'immagine urbana. Non è stato conferito loro, finora, un incarico ufficiale in attesa di averne i mezzi, ma ambedue gli esperti non hanno mai cessato di esserci vicini, dimostrando disinteresse ed intelligenza.
Stiamo procedendo, come risaputo, alla formazione di uno specifico  “Comitato promotore per Gallipoli Patrimonio dell'Umanità (WHL)”, secondo un progetto sottoposto ed approvato dall'On.le Vincenzo Barba durante la sua Amministrazione ed immediatamente ripreso dal Sindaco Venneri e dall'Assessore Casavecchia. Come si conviene ad un figlio di Gallipoli, ho messo a disposizione della città, fin dai tempi dell'Amministrazione Fasano, la mia esperienza e  la conseguente rete di contatti, a largo raggio, in maniera del tutto gratuita, anzi sostenendone le spese ed intervenendo personalmente in momenti difficili. Mi auguro che l'On.le Barba, genuino e generoso amante della nostra Gallipoli, e con lui quanti vogliano seguirci sempre più numerosi, al di là del colore politico e delle ideologie, continuino a sposare questa causa, attese anche le proposte di legge che mirano a finanziare il restauro del barocco e del centro storico cittadino.
Siccome i costi della procedura sono alti, ho riproposto al Sindaco Venneri di avviare una sottoscrizione tra gli estimatori ed amanti di Gallipoli, che potrebbe essere curata dallo stesso Comitato promotore, il quale avrà un tesoriere di indispensabile rigore e d'inattaccabile trasparenza. Oltre a dare maggior lustro alla città, questa iniziativa potrebbe, solo con il suo effettivo avvio, essere motivo d’unione tra le forze politiche locali perché si muove nella direzione del reale interesse di Gallipoli.
Come scriveva Giuseppe Albahari, i semi sono stati gettati, aggiungerei non da oggi. “I frutti dipenderanno dal grado di coinvolgimento che la proposta riuscirà a creare nelle istituzioni, nei sodalizi, nei cittadini, in tutti coloro che credono nella funzione promozionale della cultura e del turismo, memori che Gallipoli, più che città balneare come tante, è città d’arte come poche” (La città sia patrimonio dell'Umanità, in La Gazzetta del Mezzogiorno, 24 settembre 2006). Si sta andando avanti in quest'ordine di idee, senza perdere tempo ma con accortezza, con lo sguardo rivolto verso la meta finale, che ci siamo proposti di raggiungere, nel consesso del 24 maggio u.s., entro tre o cinque anni al massimo.

Raffaele COPPOLA