Ancora su Bartolomeo Ravenna

Dopo la prima pubblicazione del libro di Bartolomeo Ravenna “Le Memorie Istoriche della città di Gallipoli”, avvenuta nel 1836, furono in molti ad esprimere ciascuno le proprie considerazioni, i propri apprezzamenti per l’impresa di questi, certamente, non facile, ma anche, crediamo, per la unicità del suo lavoro.
Infatti nessuno prima del Ravenna si era mai cimentato nello scrivere delle diverse leggende, della storia e della vita di Gallipoli, ad affrontare un’impresa tanto ardua che abbraccia un periodo così lungo che va dai tempi di Plinio e Pomponio Mela a qualche anno prima della morte dello stesso autore, avvenuta il 31 agosto dell’anno 1837.
Fra questi illustri Gallipolitani ne ricordiamo solo due: il Canonico Penitenziario Pasquale Statila che si congratula e ringrazia il Ravenna con un sonetto scritto in latino ed il Canonico D. Nicola Cataldi che esprime i suoi apprezzamenti con un sonetto scritto in italiano.
  
Il sonetto del Canonico Statila:

PASCHALIS CANONICUS POENITENTIARIUS STATILA
GALLIPOLITANUS
AUCTORI CONCIVI SUO
CONGRATULATUR ET GRATIAS AGIT.

OBRUTA GALLIPOLIS SECLORUM NOCTE JACEBAT!
ERUIS EN PATRIAM BARTHOLOMAEE TUAM.
RUMPIS INANE CAHOS, TENEBROSAQUE TEMPORA PANDIS,
AC TENEBRAS IPSAS LUCE MICARE FACIS.
CIVIBUS IGNOTOS CIVES NOS NOSCERE COGIS
NOSTRO RUMQUE PATRUM FORTIA FACTA DOCES.
PRAEMIA VIRTUTIS, FIDEIQUE VETUSTA RECENSES
UNDE RECENS NOBIS GLORIA MAGNA VENIT.
TE RESERANTE PATENT VETERUM MONUMENTA SOPHORUM
QUI GALLUM FACIUNT ALTISONARE NIMIS.
QUIS TE PRO TANTO VALEAT LAUDARE LABORE ?
PRAEMIA QUIS VALEAT REDDERE PRO MERITO ?
TU TIBI PRAEMIUM ERIS TUA MERCES MAGNA MANEBIT
AETERNUM NOMEN, GLORIA MORTE CARENS.

    Con questo sonetto il Canonico Pasquale Statila magnifica l’impresa storica di Bartolomeo Ravenna, che ai suoi occhi appare come “colui che strappa all’oblio dei secoli e alle tenebre della notte la città di Gallipoli, per riportare alla luce lo splendore delle imprese, della fede, delle eroiche gesta dei nostri Avi (ignoti per la maggior parte ai concittadini) e dai quali discende la grande gloria recente”.
    E per questa sua grande impresa, dice ancora il Canonico, insuperata e insuperabile, il nome di Bartolomeo Ravenna rimarrà sempre eterno e, pertanto, la sua gloria sarà priva di morte.
    Gli stessi concetti vengono colti, affrontati e sviluppati nel sonetto del Canonico D. Nicola  Cataldi, scritto in lode del signor Bartolomeo Ravenna, autore delle “Memorie Istoriche della città di Gallipoli”.
    Il Cataldi, infatti, riconosce al Ravenna il merito di aver ridato gloria a Gallipoli e ai suoi figli migliori, che dopo aver dato lustro alla città erano incredibilmente caduti nell’oblio.
    L’ultima parte del sonetto contiene, quasi, uno stimolo e un augurio a che la strada segnata dagli illustri figli della nostra città continui a essere solcata per rendere sempre più brillante la stella di Gallipoli.
    Ecco il sonetto del Canonico D. Nicola Cataldi:  (foto del testo)
TRA I FASTI ANTICHI IN TENEBROSO OBLIO
GIACE NEGLETTA LA CITTA’, CHE IN PARTE
RESA ILLUSTRE L’AVEA NATURA ED ARTE.
E DEI SUOI FIGLI ALTO VALOR NATIO.
SURSE A RAVENNA IL NOBILE DESIO
DI RICERCAR LE PIU’ VETUSTE CARTE,
PER RILEVAR SUE GLORIE A PARTE  A PARTE
QUANDO SUL JONIO DI ELEVARSI ARDIO.
EI LE RIDONA IL PRISCO LUSTRO, E QUELLA
BELTA’ PRIMIERA, CHE PER GLORIA AVITA
NOMAR I GRECI UN DI’ LA CITTA’ BELLA
LE VIRTU’ PATRIE AD EMULAR C’ INVITA
OR CHE TRA L’ ONDE QUAL LUCENTE STELLA
GALLIPOLI RISORGE A NUOVA VITA.

Luigi PARISI