Mario De Marco

Autore di tanti volumi riguardanti la storia e la civiltà del Salento, negli ultimi anni la ricerca storiografica di Mario De Marco si è polarizzata sul fenomeno massonico, sicchè oggi, grazie a questo autore la Libreria Muratoria salentina ha svelato molti segreti della sua pluricentenaria vicenda nell’estrema propaggine di Puglia, dove già dalla prima metà del XVIII secolo, a Gallipoli, a Lecce, a Maglie e in altri centri minori si diffusero le idee di libertà, fratellanza e uguaglianza, sempre e comunque avversate dall’antico regime, epoca in cui vigeva l’assolutismo sorretto dall’alleanza del trono con l’altare.
A onor del vero qualcosa è stata pubblicata sulla storia della Massoneria salentina nella seconda metà del secolo scorso, ma si è trattato di opuscoli ‘riservati’ soltanto agli appartenenti alle Logge Libero Muratorie, sicchè è mancata una larga fruizione, ossia la conoscenza di persone e avvenimenti di matrice massonica nelle vicende di Terra d’Otranto.
Frutto di circa venti anni di ricerche e grazie alla consultazione di documenti finora assolutamente inediti tratti dagli archivi segreti del Grande Oriente d’Italia e delle Logge pugliesi, nonché da biblioteche private, Mario De Marco già nel lontano 1987 pubblicò gli ’Appunti per la storia della Massoneria salentina(1800-1925)  Edizioni Nuovi Orientamenti Oggi, Gallipoli, indi due anni fa dette alle stampe la  ‘Storia della Massoneria in Terra d’Otranto. Testi e Documenti (Edizioni del Grifo, Lecce 2006, pp.350), dove egli, partendo da Napoli, ove si formavano i professionisti pugliesi, giunge a trattare il ruolo che la Libera Muratoria ha avuto ed ha nella nostra terra, soprattutto nell’epoca risorgimentale. Il volume ultimo, di cui si tratta, integra le pubblicazioni precedenti poiché il nostro autore offre ben 800 schede biografiche dei Massoni nostrani ma, all’interno del volume, si leggeranno elenchi e diverse centinaia di nomi di persone di ogni ceto che hanno avuto ed hanno appartenenza massonica. Il volume, che si dota di rare foto e di ritratti realizzati da Gustavo Leo, autore pure del dipinto che illustra la copertina, ha rigorosamente rispettato la consultazione delle fonti ed esso possiede, come si suol dire, un valore aggiunto, poiché Mario De Marco, che è Massone ha saputo con competenza interpretare i documenti e lo spirito della Libera Muratori che oggi, largamente superate le passate emergenze storiche che la volevano ‘segreta’, oggi si apre al pubblico anche con queste opere che integrano tanta parte della storiografia cosiddetta ufficiale.
Docente emerito di filosofia e di storia, il nostro autore è pure giornalista, e ciò gli consente l’uso di un linguaggio accessibile a tutti, capace di coniugare il rigore scientifico con l’intento divulgativo. Il lettore noterà nelle pubblicazioni del De Marco la mancanza di qualsivoglia tentazione di tipo agiografico e celebrativo, anzi egli appare addirittura impietoso allorché pone in luce le ombre che anche in sede locale hanno offuscato la tradizione massonica che, egli dice, ‘al pari di ogni umana associazione ha avuto ed ha le sue pecore nere ma che, nonostante tutto, di queste ha saputo e sa liberarsi per riaffermare, con nuova forza e vigore, i principi di libertà e di uguaglianza, nonché soprattutto di tolleranza, al di là di appartenenze sociali, politiche, di sesso e di religione’.
Docente per circa venti anni a Gallipoli, Mario De Marco nelle sue pubblicazioni a tema massonico ha avuto un occhio particolare per la ‘città bella’, ed ecco allora la puntuale storia della Loggia Tommaso Briganti, dei suoi ‘fratelli’ più illustri, quali Bonaventura Mozzarella, Emanuele Barba, Carlo Rocci Cerasoli, Antonio Stevens, Bonaventura Garzia, i Laviano, i Senape De Pace, Carlo Fontana, i Vetromile, gli Arlotta, Luigi Cosuccia, e tanti e tanti altri che hanno illustrato la ‘perla dello Jonio’. Alessandro La Porta, direttore della Biblioteca Provinciale di Lecce, che si intitola al massone Nicola Bernardini, conclude la presentazione del volume di Mario De Marco scrivendo, tra l’altro, che ‘ per un’opera simile non vi è bisogno di formulare auspici, essa vivrà finchè l’uomo avrà il naturale anelito di rivolgere ‘lo sguardo alla volta celeste’ pur rimanendo con i piedi ben piantati ‘sul piano orizzontale della storia’.

Piergiuseppe DE MATTEIS