Lettere a info@anxa.it

Gent.mo Direttore,
I ricordi del passato,i ricordi di una splendida Gallipoli riaffiorano maggiormente quando si vede quello che di strano succede nella mia città, conosciuta da tutti come la “Perla dello Ionio”.La trasformazione è palese in un complesso disordinato, di anarchismo, di malcostume, di sottomissioni, di tornaconto, di favoritismo, ma soprattutto di menefreghismo.Questo grazie a dei fantasmi che decidono ciò che è da fare o disfare. Tutto procede senza cognizioni di principio, senza ascoltare chi ha competenza, ne seguire i canoni dei luoghi, ma soprattutto a dispetto dei nostri studiosi di storia Patria gallipolini veraci .Senza far torto a nessuno, mi permetto di citarne alcuni che attraverso T.V. o stampa difendono il nostro passato. Luigi Giungato, Elio Pindinelli, Gino Schirosi, Fredy Salomone, Marisa Grande, Luigi Tricarico, Giuseppe Coppola; mi scuso con le persone che non ricordo che con i loro interventi onorano Gallipoli.Desidero in breve far conoscere alle nuove generazioni ciò che i nostri nonni hanno tramandato a noi già vecchi; con l’augurio che i giovani trasmetteranno alle generazioni future abitudini e costumi del nostro passato; insomma non essere muti e ignorare i personaggi e la storia della città. Quando Dio creò il mondo Gallipoli è stato privilegiato: un mare splendido, spiagge e circondario incantevole, la magnifica spiaggia della Purità dove affioravano le alghe (alaca +), e noi ragazzi dal fondo strappavamo le radici (tursi) per mangiare e assaporare il cocco, come veniva chiamato. Per fare il bagno le donne scendevano le scalette dei camerini, portando con se le frise, che mangiavano inzuppate nell’acqua marina; dagli scogli strappavamo l’erba profumatissima, prendevamo le tarante e le mangiavamo. Nella baia di San Giorgio dal fondo prendevamo le vongole. Alle isole del campo andavamo a nuoto e sotto i massi, o gli scogli (pentume) cercavamo le (ricche te prevete) orecchie del prete. Come erano saporiti i ricci, e le patelle ( pateddhre ) dello scoglio dei picciuni. !Da ragazzino ricordo che sotto le mura di scirocco sugli scogli era pieno di granchi (cauri e corsie) e noi giovani scendevamo sugli scogli attraverso i fori (patate) scavati si muri portando le mense brocche, recipienti di rame, le riempivamo di granchi, ritornavamo sulla strada, dove le donne sedute fuori casa, discutevano fra loro, raccontando fatti accaduti, o fiabe (cunti), quando poi arrivavano i giovanotti svuotavano dalle brocche i granchi per terra e questi correvano in tutte le direzioni, e le donne divertite si chiudevano in casa. Insomma il nostro mare era pieno di ben di Dio, e per noi vecchi questa Perla dello Ionio era incontaminata. Il divertimento dei giovani era la varra; i 4 muntuni (4 angoli in una piazza); la campana; la mazza cu lu pizzieddru; la staccia, ramera (barattolo schiacciato che veniva tirato al centro che era stato tracciato a terra); I puni, buche scavate a terra formando un quadrato, altre 4 buche più accentrate, e una buca centrale che conteneva la somma dei partecipanti (centesimi di lira). Una sfera di ferro, veniva tirata da una certa distanza, se entrava nella buca esterna si pagava una somma, aumentando la vincita; se entrava in una buca accentrata prelevava un premio stabilito, se la sfera entrava nella buca centrale si vinceva tutto il contenuto. Ma ciò che rimpiango e che da molti anni non si vede più, con grande dispiacere anche per le nuove generazioni, è lo spettacolo che Dio ha creato della volta celeste, con quel luccichio di luci delle stelle che si specchiavano sul mare di Gallipoli. Spesse volte, alla sera, con amici ammiravamo questo splendido cielo stellato, limpido, chiaro, si vedeva l’Orsa maggiore e l’orsa minore a occhio nudo, senza ausilio di binocoli, per individuare il nord tramite la stella Polare. Una vecchia canzone gallipolina canta “ Quistu celo e quistu mare su le cose le cchiu care” e con grande dispiacere, causa l’inquinamento, abbiamo perduto questo spettacolo della natura. Questi per me vecchio sono i rimpianti del passato, rinfrancavano l’animo con tutte le tradizioni a secondo delle stagioni. Certo è utopia ritornare a quel passato, ma è bello riferirle alle nuove generazioni che devono continuare a difendere le vecchie tradizioni e le nostre abitudini. In questo periodo, tramite la stampa e TeleOnda con Elio Pindinelli ci segnalano l’allarme per il pericolo dell’inquinamento del nostro mare per gli scarichi che dal depuratore di Castrano Parabita e Taviano riverseranno liquami nel canale dei Samari sfociando sul litorale di Gallipoli. Noi gallipolini siamo diventati forestieri della nostra città, basta pensare che il nostro patrimonio viene venduto ai forestieri: il ‘Convento di Santu Padre’, il ‘Palazzo del Governatore’, ecc. Speriamo che qualcosa migliorerà. Saluti.

Gallipoli,17/12/07
Antonio Tricarico



Egregio Direttore Prof. Luigi Giungato,
desidero comunicarLe che, il sottoscritto, responsabile e fondatore del gruppo musicale popolare gallipolino L’Ardiche, ha avuto l’onore di scrivere un articolo sulla sua prestigiosa rivista ANXA, nel mese di Febbraio di quest’anno, intitolato: ’Un pescatore tarantato’.
Con questa mia voglio informarLa che il gruppo musicale L’Ardiche sta riscuotendo tanti successi e che, a distanza di soli 10 mesi dalla data di pubblicazione dell’ articolo, è stato protagonista di molte serate musicali, a Gallipoli e nel Basso Salento.
Le scrivo perché ritengo che la Sua rivista ha portato fortuna al nostro Gruppo musicale, visti i risultati ottenuti. Per me più che un piacere è un dovere farLe sapere tutti gli appuntamenti musicali svolti nelle varie piazze nell’anno 2007: Gennaio,Serata Di Pizzica nel Comune di Galatone; Febbraio, Carnevale Gallipolino piazza Duomo centro storico; Aprile, Lu Nazareno Oratorio di San Lazzaro; Luglio, Largo Venneri; Luglio, Corte Purita’; Agosto, Premio Pescator Canto, Agosto, Corte Gallo; Settembre, Festeggiamenti Civile in onore dei SS. Medici Centro Storico; Ottobre, Ospedale Civile Sacro Cuore di Gesù, reparto “Oncologico”; Novembre, Ospedale Vecchio “CIM”; Dicembre, Antico Frantoio Strada per Gallipoli-Sannicola; Dicembre, Casa di cura Santa Rita Alezio.
In occasione delle prossime festività natalizie Le porgo in nome di tutto il gruppo L’Ardiche un caloroso saluto e Le auguriamo di cuore un Santo Natale e un felice Anno nuovo. Cordiali saluti.

Gallipoli, 12.12. 2007
Antonio Vincenti