Edizione Tallone

Dal 22 al 30 novembre 2007, nella Sala "Teodoro Pellegrino" della Biblioteca Provinciale "Nicola Bernardini" di Lecce si Ë tenuta la Mostra Antologica delle Edizioni Tallone. Gi‡ l'invito alla Mostra, stampato in soli 200 esemplari dallo stesso Enrico Tallone su pregiatissima carta francese di Arches, era tutto un programma con l'incipit del nostro grande Galateo: "Ö sunt enim hae literae perpulchrae et castigatae, et iis, quibus nunc utuntur impressores, aptiores"/ "Ö sono infatti questi caratteri, elegantissimi e di forma proporzionata, i migliori fra quelli di cui si servono gli stampatori"

[Antonio Galateo, "De Situ Iapygiae", 1507].

Quindi, a seguire, una citazione del poeta cileno Pablo Neruda, tratta dalla sua opera "Sommario. Libro dove nasce la pioggia" (1962), nel mezzo della quale v'Ë un noto riferimento al principe degli stampatori italiani, Alberto Tallone (1898-1968). Ecco la citazione: "» questo il primo passo indietro verso la mia stessa distanza, verso la mia infanzia. » il primo tornare nella selva verso la fonte della vita. Ormai la strada Ë dimenticata, non abbiamo lasciato tracce per il ritorno e se le foglie tremarono, allora quando passammo, ormai non tremano pi˘, nÈ sibila il fulmine fatidico che cadde per distruggerci. Camminare verso il ricordo quando ormai s'Ë fatto fumo Ë navigare nel fumo. La mia infanzia, vista nell'anno 1962 da ValparaÌso, dopo aver camminato tanto, Ë solo pioggia e fumo. La percorrano quelli che mi amano: la sua unica chiave Ë l'amore./ » evidente che queste raffiche disordinate, scaturite al piË vulcanico delle cordigliere, di fiumi e d'arcipelaghi che a volte non conoscono ancora il loro nome, recheranno aderenti il disubbidiente biodo e le rughe ostili della mia origine. Questo Ë il patrimonio di noi americani: siamo nati e siamo cresciuti condizionati dalla natura, che al tempo stesso ci nutriva e ci castigava. Sar‡ difficile cancellare questa lotta a morte, quando la luce ci colpÏ con la sua scimitarra, la selva ci incitÚ per farci smarrire, la notte ci ferÏ col suo freddo stellato. Non avevamo a chi ricorrere. Nessuno ci precedette in quelle regioni: nessuno lasciÚ alcun edificio per aiutarci su quel territorio, nÈ dimenticÚ le sue ossa in cimiteri che solo in seguito

esistettero: furono nostri i primi morti. La cosa positiva fu che potemmo sognare nell'aria libera che nessuno aveva respirato. CosÏ i nostri sogni furono i primi della terra./ Ora questo mazzo di ombra antartica deve disporsi nella bella tipografia e affidare la sua rozzezza a Tallone, rettore della suprema chiarit‡, quella dell'intelletto./ Nelle solitudini che mi originarono mai pensai di raggiungere tale onore, e affido queste pagine sparse alla rettitudine del grande stampatore come quando nella mia infanzia scoprii e aprii un favo silvestre nella montagna. Seppi allora che il miele selvatico che profumava e volava sull'albero tormentato era stato disposto in cellule lineari. CosÏ la segreta dolcezza fu preservata e rivelata da una fragile e ferma geometria". Fin qui l'invito alla Mostra di Lecce.

L'inaugurazione vera e propria Ë stata tenuta alle ore 18 del 22 novembre con gli interventi di Alessandro Laporta, direttore della Biblioteca; del Sen. Giovanni Pellegrino, Presidente della Provincia; del diplomatico e prof. Vito Salierno, critico e orientalista; di Maurizio Nocera, bibliofilo; del prof. Mario Marti, emerito prof. dell'Universit‡ del Salento, e con l'intervento conclusivo di Enrico Tallone, stampatore editore, figlio di Alberto, fondatore della Stamperia di Parigi e d'Alpignano (Torino).

Sono stati esposti pi˘ di 50 volumi, tra cui l'intera opera poetica di Neruda; "Spoon River", di Masters; il prestigioso "Manuale Tipografico" di Alberto Tallone; "Un segreto andare", di Alda Merini; l'intera opera del Petrarca; "Venezia nei Cantos", di Ezra Pound; l'intera opera di ElÈmire Zolla; "La Commedia" di Dante; le opere di Leopardi, Cicerone, Empedocle, Orazio, Catullo; il "Pinocchio", di Carlo Collodi; "Versi nel Tempo", di Attilio Bertolucci; "Sonnets", di Shakesperare; "Poemi Conviviali", di Giovanni Pascoli; "Trattatello in laude", di Boccaccio; "Archimede", di Sinisgalli; "Gli Atti degli Apostoli", di San Luca; "Extrait du rapport", di Camillo Benso di Cavour; "La fanfarlo", di Charles Baudelaire; "Saint Julien", di Gustave Flaubert.

A Mostra conclusa, Enrico Tallone, tirando le somme dell'evento, si Ë dichiarato soddisfatto della partecipazione di pubblico e del calore creatosi per l'occasione attorno a lui e alla sua stamperia alpignanese. Si Ë dichiarato felice di aver fatto questa esperienza espositiva dei suoi libri in una citt‡ ñ Lecce ñ dove la cultura umanistica non Ë mai morta e dove antica Ë stata sempre l'arte della stampa. Tanto che, visitando a lungo la Tipografia del Commercio di Antonio Buttazzo, il cui figlio ñ Alberto ñ ne ancora il titolare, ha scoperto l'esisetenza di un'antica macchina piana dell'Ottocento, ancora funzionante, forse l'unica ancora esistente in Italia.

Lasciando Lecce si Ë portato dietro un piccolo quinterno con su i nomi dei tanti visitatori della Mostra, e i tanti che vi sono passati, fra cui:

Giovanna Buttazzo, Dino Manzo, Ada Donno, Caterina Gerardi, Bianca Quinto, Giuseppe Quinto de Cameli, Valentino De Luca, Luigi Giungato, Dino Levante, Lorenzo Carlino, Franco De Paoli, Lorenzo Capone, Gianni Carluccio, Simona Frassanito, Umberto Valletta, Giuseppe Pastore, Maria e Luigi Panareo, Giuseppe Conte, Alberto Piferi (Roma), Elettra Caporello (Roma), Antonio Stanca, Francesco Delli Noci, Anna Castriota, Alberto Buttazzo, Mariarosaria Montinaro, Mario De Marco, Cecilia Piccolo, Pantaleo Rosato, tanti altri.

Giuseppe Zullino ha lasciato scritto: "Mi permetto di ringraziare, a nome di tutti i letterati, l'Editore Tallone per essere riuscito a salvare il profumo dei libri. Senza questo ineffabile profumo sarebbe impossibile per ciascuno di noi tollerare il maleodore del nostro tempo. / Con sincera ammirazione".

Ed anche il direttore della biblioteca "Bernardini", Alessandro Laporta, ha voluto lasciare un segno visibile dell'attraversamento leccese dei libri Tallone, riportando per lui due poesie di uno dei nostri pi˘ grandi poeti del Novecento, Girolamo Comi. V'Ë scritto: ""Numeri figure e libri/ simboli d'una misura/ silenziosa e sicura/ fanno che io riposi o vibri/ ñ vivo di sobri equilibri/ nell'ossame della natura.// Cristalli di luce varia/ spaccano l'ozio dei suoli/ per fecondarlo di voli/ di cantici, d'aromi e d'aria// e perchÈ l'ansia del dire/ s'incanti nelle matrici/ rocciose delle radici/ e nel loro sordo fiorire". (Girolamo Comi) ñ Questa Ë un'immagine del Salento prima del 1928, quest'altra [che segue], senza titolo, ma delle ultime, Ë datata al giugno 1966: "Volumi di uno spazio/ che confina/ con l'infinita azzurrit‡ del vuotoÖ// Paesaggio di stagioni, di ore, di ere/ d'ebriet‡ dorate d'atmosfere/ ondeggianti nel gemmeo smeraldo/ degli inchiostri del nero/ di giornate assolute/ in cui il mistero genera mistero:/ marea senza confini/ di germogli d'amore e di mattiniÖ" (Girolamo Comi). Grazie Enrico per questo insolito incontro, purtroppo, impalpabile. Alessandro Laporta".

Maurizio NOCERA