Buon Senso e Senso Comune

E’ da un po’ di giorni che mi frulla per la mente la seguente massima : “ il buon senso c’era ma se ne stava nascosto per paura del senso comune”.
Perché questo pensiero si è innestato in me, cosa mi vorrà dire e soprattutto perché sto cercando di approfondirlo, scrivendoci qualcosa in proposito?.
Non lo so e penso che spesso la scrittura ( intendo quella libera e volontaria e non la formale o professionale) si muova in modo autonomo dalla volontà; basta iniziare a mettere qualcosa su di un foglio di carta o sullo schermo di un computer e subito i sentimenti prendono il sopravvento e guidano la penna, tanto che non ci rendiamo
completamente conto di ciò che scriviamo.
Per associazione mi torna in mente un passo del Vangelo che non so identificare o attribuire a questo o quell’ Evangelista (scusate l’ignoranza biblica), nel quale Gesù, rivolto ai suoi discepoli, dice loro che saranno accusati e perseguitati per causa sua e per la professione di fede cristiana, ma di non preoccuparsi a preparare in anticipo la difesa, perché al momento giusto lo Spirito Santo avrebbe ispirato le parole da pronunciare, che nessuna mente umana sarebbe stata in grado di confutare.
Certo all’epoca si viveva in una società meno complicata dell’attuale, senza le centinaia di migliaia di leggi, decreti, regolamenti, risoluzioni, decisioni che ci allontanano sempre più dall’umanità e dalla democrazia.
Allora si ascoltava ancora la parola, quella dei saggi, degli anziani, dei profeti ed il rapporto con il divino, il soprannaturale, la natura era molto più intenso e profondo di adesso, tanto da indurci a pensare che la nostra mente, sovraffollata d’impulsi, stimoli, informazioni e notizie, la maggior parte inutili o addirittura da buttare nella spazzatura, abbia perso quella capacità di guardare e vedere non solo ciò che ci circonda ma soprattutto la nostra interiorità più vera e profonda, con occhio limpido e libero da pregiudizi; da qui l’angoscia esistenziale, il misero tentativo di dare la colpa agli altri della nostra infelicità, quando forse la risposta a tutti gli interrogativi politici, sociali, ambientali, relazionali che ci tormentano non sta al di fuori ma dentro di noi.
Posso dire di essere veramente amante della pace e della giustizia se il mio animo è pieno di rancore e non riesco ad andare d’accordo quotidianamente con il mio prossimo ?.
Come posso pretendere che Berlusconi e Prodi (due nomi scelti a caso tra mille), la smettano di criticarsi ed attaccarsi vicendevolmente, se io stesso mi ritengo possessore della verità assoluta, non accetto critiche e non riesco a perdonare i torti subiti?.
(Massima cinica: perdona sempre il tuo nemico, è la cosa che lo fa innervosire di più).
Come posso versare lacrime di coccodrillo per la fame e l’ingiustizia che c’è nel mondo,
se non ho mai invitato a casa mia il marocchino “vu cumprà” o il rom di turno?.
Come posso indignarmi per l’inquinamento elettromagnetico ed atmosferico  se sono possessore ed utente di un telefonino e di una macchina?.

Non voglio fare il moralista o buonista di turno, tantomeno l’eroe e mi rendo conto che la vita è difficile, i problemi sono tanti e non ci si può isolare dal mondo, come gli eremiti di un tempo che si rifugiavano in una grotta o sulla cima di una montagna.
Quello che voglio dire è semplicemente di guardarci ogni tanto dentro, al di sopra dell’ombelico però, per scoprire lentamente e docilmente le nostre potenzialità e virtù  insieme con le lacune e le contraddizioni, in modo da acquisire o ritrovare l’umanità ed il buon senso .
Questo non riuscirebbe a migliorare da un giorno all’altro il mondo, ma forse contribuirebbe ad evitare gli eccessi, i consumi smodati ed inutili che invece di renderci felici, ci fanno diventare più aggressivi, invidiosi verso chi ha di più e disposti a tutto, compreso l’inganno e la disonestà, pur di ottenerli.
Il buon senso coraggioso ci dice invece che dobbiamo ritornare ai valori fondamentali, giudicare importante non chi è pieno di soldi ed oggetti e cerca di procurarsene sempre di più per soddisfare il suo egoismo o tamponare le sue frustrazioni, ma chi è onesto ed opera per il bene della collettività.
Il buon senso, privo di paura ci dice anche che non ci può essere la pace nel mondo se non c’è quella all’interno di ciascuno di noi e che non posso pretendere che un altro faccia quello che io non ho voglia o il coraggio di fare, trovando più comodo restare alla finestra e non sporcarmi le mani.
Mentre scrivevo queste note, mi è pervenuta per posta elettronica una testimonianza proveniente dalla Spagna che mi ha molto colpito, perché ho avuto la sensazione che il mittente abbia letto nel mio pensiero e completato quello che io avevo nel cuore.
Si intitola “Tempo Magico” e  rafforza il discorso svolto in precedenza, almeno a me così sembra; ve la riverso tradotta in italiano:

Ho contato i miei anni ed ho scoperto che il tempo che mi resta da vivere da qui in avanti è inferiore a quello che ho vissuto sino ad oggi.
Mi sento come quella giovane che vinse una scatola di datteri, i primi li mangiò con avidità, però quando si accorse che ne restavano pochi, incominciò a rosicchiare anche il nocciolo del frutto.
Non ho più tempo per giocare con i mediocri, non voglio stare in riunioni dove sfilano egocentrici palloni gonfiati, non tollero i manipolatori e gli opportunisti.
Mi danno fastidio gli invidiosi che cercano di screditare i più capaci per appropriarsi dei loro posti, dei loro talenti e delle loro capacità.
Non ho tempo per progetti megalomani e non parteciperò a conferenze in cui si stabiliscono date precise per sconfiggere la fame nel mondo.
Non ho tempo per riunioni interminabili dove si discutono all’infinito, statuti, norme, procedimenti e regolamenti interni.
Non ho tempo per sopportare quantità di persone che nonostante la loro età cronologica sono degli immaturi cronici.
Il mio tempo è scarso per discutere di formalità, voglio l’essenziale, la mia anima ha fretta.
Rimanendomi pochi datteri nella scatola, voglio vivere con esseri autenticamente umani, molto umani, che sappiano  ridere dei propri errori, che non si montino la testa con i loro successi, che non si considerino eletti prima del tempo, che non fuggano dalle proprie responsabilità, che difendano la dignità delle persone ed in particolare degli emarginati.
Camminare vicino ad uomini e donne vere, rallegrarsi di un affetto sincero e gratuito, non sarà mai una perdita di tempo, perché l’essenziale è ciò che rende la vita degna di essere vissuta.

Progetto : buon giorno cuore (da diffondere)

Niente in questo mondo ha un significato se non tocchiamo il cuore delle persone.
Se è vero che la gente cresce con i duri colpi della vita, può anche crescere e maturare con le carezze soavi dell’anima.

Non mi sembra vi sia molto altro da aggiungere, perciò vi auguro allegre e serene feste natalizie.

Fredy SALOMONE