Memetica

“La Memetica è la scienza dei Memi, il vero, invisibile DNA della società dell'informazione”

Tutti conosciamo la tragedia storica dell’olocausto nazista: come è possibile che un’idea così palesemente anti-etica ed erronea, sino a programmare lo sterminio di milioni di persone, sia diventata così popolare negli anni ’30? Oppure ai nostri giorni: come è possibile che in molte famiglie italiane si rinunci ad alimentare la cultura personale, ma non a vestire abiti firmati o a comprare auto costosissime? Come è possibile acquistare indumenti strappati e sdruciti a prezzi elevati sol perché è la moda(evento più frequente)? Come è possibile che un detersivo per lavatrice venda il triplo di un altro detersivo praticamente identico? Cosa regola il comportamento sessuale degli uomini e delle donne e come incide sulle nostre scelte che apparentemente non hanno nulla a che vedere con la sessualità?
La memetica studia appunto quali siano le caratteristiche che favoriscono la propagazione delle idee e costituisce il terreno di studio ideale per comprendere il funzionamento della comunica-zione dei media, della pubblicità, della politica, del comportamento sessuale, di molti fenomeni sociali.
I memi, ("Meme" è l'abbreviazione di "mimeme" dalla radice greca che significa imitazione
“ciò che è imitato”),sono le idee contagiose che si trasmettono da mente a mente. I memi operano allo stesso modo dei geni biologici e i virus dei computer impiegando come veicoli di trasmissione i mezzi di comunicazione ed i contatti interpersonali tra esseri umani.
Tutta la vita sul nostro pianeta è determinata dai geni, particelle di DNA che esplicano i loro effetti nel loro portatore vivente determinandone le caratteristiche. L’altra caratteristica fondamentale dei geni è la loro capacità di replicarsi in un nuovo portatore. Questo modo di considerare gli esseri viventi (portatori di geni) può apparire curiosa, ma esprime con chiarezza la realtà dell’evoluzione.
La teoria tradizionale dell’evoluzione vedeva al centro del processo evolutivo il vivente ( animale o pianta ) che sottoposto all’influenza ambientale favoriva i suoi geni più adattivi .Tuttavia,per quan-to rivoluzionario,questo modello aveva una caratteristica “romantica” ,sosteneva che sarebbero favoriti dall’evoluzione gli individui “più forti” ,i “migliori” .
La moderna teoria evolutiva vede invece al centro dell’evoluzione i singoli geni che “lottano” per la sopravvivenza. Questo spostamento di prospettiva dischiude la strada ad un concetto nuovo: essere portatori di buoni geni non significa avere dei geni che favoriscono le NOSTRE qualità, ma solo la LORO maggiore probabilità di replicarsi. Un esempio molto attuale può essere rappresentato dal fatto che il numero di figli nelle popolazioni occidentali più ricche si è ridotto negli ultimi decenni. Al contrario, è decisamente superiore il numero di figli in popolazioni più povere. E’ naturale attendersi nelle prossime generazioni una riduzione della presenza del patrimonio genetico mondiale delle popolazioni ricche ed un aumento del patrimonio genetico delle popolazioni povere.
In ultima analisi non sono le popolazioni di civiltà più potenti e forti ad essere favorite nella lotta dell’evoluzione, ma quelle più povere e più deboli ,parlando ovviamente nei termini di forza economica e sociale e non di valori personali o culturali.
Il concetto di Meme si sviluppa proprio da una considerazione analoga nell’ambito della propagazione delle idee.
La memetica studia appunto quali siano le caratteristiche che favoriscono la propagazione delle idee e costituisce il terreno di studio ideale per comprendere il funzionamento della comunicazione dei media, della pubblicità, della politica, del comportamento sessuale, di molti fenomeni sociali.
I memi sono le idee contagiose che si trasmettono da mente a mente e “non sono necessariamente le idee più utili, più profonde, o più vere che tendono a propagarsi con maggiore facilità”
In altri termini, i memi sono le idee che, trasmesse da mente a mente, acquisiscono una sorta di vita autonoma e manifestano una loro caratteristica capacità di diffusione e replicazione.
Esistono pertanto dei memi "forti" cioè con alta capacità di diffusione e replicazione, e memi "deboli", con scarsa capacità di diffusione e replicazione.
Ad esempio, uno slogan pubblicitario può diventare un meme quando comincia ad essere ripetuto dalle persone ed utilizzato nelle conversazioni. Un meme può essere un ritornello musicale che viene fischiettato dalle persone. Ma un meme può essere anche un'ideologia, una teoria scientifica, una religione.
Dal punto di vista della memetica, non è importante quanto un'idea sia vera o profonda, ma come e quanto si diffonda e si replichi. La forza di un meme, dunque, non deriva dalla sua verità o bellezza, ma da una serie di altri fattori che sono appunto l'oggetto di studio della memetica. Come si spiega l'enorme successo di alcune canzoni rispetto ad altre? Come si spiega la forza di alcuni messaggi pubblicitari rispetto ad altri? Come si spiega il diffondersi di ideologie o di culti a volte balordi o distruttivi?
La memetica risponde a queste domande individuando alcuni "pulsanti" mentali che sono particolarmente sensibili ad alcuni tipi di memi. Si tratta dei pulsanti istintivi (fame, sesso, protezione dei bambini, pericolo) o di pulsanti culturali (strettamente legati alle ideologie dominanti o di nicchia). Se un'idea tocca alcuni pulsanti sensibili allora si installa, si replica e si diffonde. Indipendentemente da quanto sia vera, valida, profonda o bella.
Se da un lato questo modo di guardare alle idee ed ai prodotti culturali degli esseri umani può sembrare freddo, addirittura cinico, in quanto non si occupa dei loro valori e delle loro verità, ma solo della loro capacità di diffusione, d'altro canto ciò consente un esame impietoso di alcuni fenomeni sociali, culturali o politici, rivelandone aspetti altrimenti nascosti.
Tutti sanno, ad esempio, che la politica si avvale sempre di più dei potentissimi mezzi di informazione chiamati media. Ma ciò viene considerato comunemente come la componente meno nobile e solo di superficie, mentre viene riservata ai contenuti della politica la parte nobile e seria.
Dal punto di vista della memetica, invece, la politica si gioca in massima parte ad un livello di lotta di memi. I memi più forti vincono. E non sempre i memi più forti sono i più validi o i più veritieri. I professionisti dell'immagine manipolano le informazioni in modo da costruire a tavolino dei memi che abbiano maggiori possibilità di affermazione.
L'idea di meme ha una forza dirompente nel panorama culturale, proprio per il suo impietoso mettere a nudo alcuni fenomeni di cui tutti parlano e che tutti in qualche modo intuiscono, ma di cui pochi registrano e studiano sistematicamente il peso.
E' importante inoltre ricordare che la memetica è una disciplina piuttosto complessa a cavallo tra psicologia, antropologia, genetica e sociologia. Ciò implica una gran quantità di domande teoriche a cui gli studiosi di memetica, i memetisti, provano a dare risposte con sofisticate argomentazioni.
Esistono tre caratteristiche fondamentali che accomunano geni e memi: longevità, fecondità e fedeltà di copiatura.
La prima indica che un meme, come un gene, deve durare per lungo tempo.
Nel nostro patrimonio genetico sono presenti sequenze di basi che sono lì da milioni di anni ed anche alcuni memi sono saldamente radicati nella nostra mente fin dalla preistoria come l'idea della divinità. Altri memi possono invece essere più recenti,come un motivo musicale legato ad un momento felice.
Ma ancor più della longevità, per i memi è importante il concetto di fecondità, ovvero la misura con cui un meme è in grado di replicarsi.
Restando in tema musicale, la fecondità di una canzone potrebbe essere misurata in termini di vendita di CD, mentre la fecondità di un'idea scientifica potrebbe essere valutata in base al numero delle sue citazioni in successivi articoli scientifici.
Tuttavia la vera bontà di un meme, come quella di un gene, si evidenzia dalla migliore combinazione tra longevità e fecondità.
Esistono idee o canzonette che si diffondono in maniera assai rapida, ma che vengono dimenticate molto presto, e altre che invece sono destinate a durare a lungo pur diffondendosi magari più lentamente. Solo in questo secondo caso si potrà parlare di memi davvero buoni.
Per quanto riguarda invece la terza caratteristica, la fedeltà di copiatura, è abbastanza intuitivo che sovente i memi, a differenza dei geni, non possiedano un'alta fedeltà di copiatura. I memi che ho trattato in questo articolo sono già alterati rispetto a quelli di cui ho letto e, in questo stesso momento, mentre qualcuno sta leggendo questo articolo, nel suo cervello si stanno diffondendo memi che probabilmente sono già diversi rispetto agli originali.
Il concetto di "fedeltà di copiatura" può dunque essere un modo di pensare all'evoluzione dei memi analogamente a quando avviene un errore nella trasmissione del patrimonio genetico. Se l'errore che avviene nella trasmissione del nuovo codice genetico conduce alla costruzione di un individuo con maggiori possibilità di replicare e diffondere il suo DNA, ovvero anche quel gene, il nuovo gene si diffonderà, altrimenti scomparirà nell'arco di poche generazioni. Stessa cosa succederà per il meme evoluto. Così, secondo i moderni modelli suggeriti dalla genetica e e dall'evoluzione, e dalla meme-tica e dalla psicologia evoluzionista, è perfettamente legittimo considerare geni e memi come entità che hanno un loro scopo, ancorché inconsapevole: sopravvivere e replicarsi. In quest'ottica ogni essere umano è il risultato finale di una sintesi tra geni incorporati nel nucleo delle sue cellule e memi acquisiti dall'esterno durante tutta la sua esistenza.
In quest'ottica ogni essere umano è il risultato finale di una sintesi tra geni incorporati nel nucleo delle sue cellule e memi acquisiti dall'esterno durante tutta la sua esistenza. Ma se da un lato, come abbiamo visto, un gene sopravvive se è buono, ovvero se corrisponde a caratteristiche vantaggiose per il corpo che lo ospita e in questo modo si trasmette alle generazioni future, su che cosa fa leva il meme?
Ci sono aspetti propri dell'essere umano del XXI secolo che non sono molto diversi da quelli che animavano i nostri progenitori preistorici. Secoli di civiltà non sono stati capaci di spazzare via certe caratteristiche comportamentali dell'essere umano, semplicemente perché sono troppo radicate all'interno della biologia umana, grazie all'azione dei geni. Geni e memi non hanno solo caratteristiche simili, ma sono anche legati gli uni agli altri attraverso il potere degli istinti In altre parole, il gene massimizza le possibilità di sopravvivere e replicarsi suggerendo. al suo organismo ospite la sensibilità agli istinti primari ovvero: pericolo — cibo — sesso.
Non sono tanto cultura e civilizzazione a tenere a bada gli istinti, ma piuttosto sono i memi a servirsi degli istinti per diffondersi e replicarsi. In effetti si può considerare che i memi abbiano iniziato a proliferare ed a evolversi nel momento in cui l'essere umano ha raggiunto quel minimo grado di intelligenza tale da consentirgli di interagire con i suoi simili attraverso una qualsiasi forma di comunicazione.
Il pericolo, di qualsiasi natura sia, un incendio, un predatore, una corrente troppo forte, è così intimamente legato all'istinto di sopravvivenza, che la sua discriminazione anticipata diventa di importanza cruciale al fine della preservazione dell'individuo, e quindi dei geni che l'individuo porta con sé. Non c'è niente cui l'uomo sia più sensibile come al pericolo e alla paura che vi si associa come sentimento. I memi associati al pericolo sono quindi "buoni memi".
La capacità da parte dell'individuo di tenere sotto controllo il pericolo e la paura, va a beneficio degli altri due istinti. Maggiore sicurezza infatti significa sia maggior possibilità di ricerca di cibo, sia maggior possibilità di accoppiamento.
La fame è un istinto fortissimo, essendo, come il pericolo, strettamente connesso alla sopravvivenza dell'individuo. Basta fare caso ai memi legati al cibo o alla cucina che vengono diffusi da radio, TV, riviste. Il termine "sicurezza" può essere inteso non solo come incolumità personale, ma anche come "sicurezza economica".
Il sesso è il sistema con cui i geni si replicano e si trasmettono alle generazioni successive. Nel corso di un'evoluzione selettiva durata milioni e milioni di anni, i geni hanno remato a favore della possibilità di discriminare fisicamente i partner più adatti attraverso la percezione di odori e colori, fino allo sviluppo delle capacità di scegliere i compagni più desiderabili in termini di forza e affidabilità nella cura dei figli.
Ma nell'ambito della memetica, il sesso sembra possedere un ruolo ancora più importante. Come afferma il già citato Richard Brodie, uno dei maggior esperti di memetica,"visti attraverso la memetica, tutti i valori, i codici morali, le tradizioni e le idee di Dio e i diritti sono il risultato dell'evoluzione dei memi.
Prendiamo ad esempio la ricerca del potere e del dominio tipica del maschio. Questo comportamento si è sviluppato e si è mantenuto nel corso dei millenni semplicemente perché il maschio dominante ha sempre potuto disporre di un maggior numero di accoppiamenti. D'altro canto, avendo solo un numero limitato di possibilità in termini di cellule riproduttive e di gravidanze possibili, la femmina tende invece a capitalizzare il valore della riproduzione cercando partner dalle caratteristiche più adatte sia in termini fisici, che in funzione della stabilità dei legami. Gli istinti primordiali su cui poggiano i memi hanno guidato le nostre tendenze genetiche che a loro volta si sono evolute intorno al sesso."
La diffusione di un certo tipo di modello estetico e d’immagina porta a spiegarci anche i business della cosmetica, della moda, della chirurgia estetica, del fitness eccetera.
Naturalmente si prescinde da principi etici, religiosi o culturali di qualsivoglia natura e si fa
riferimento solo agli istinti ancestrali integrati nei geni di maschi e femmine.
In questo complesso gioco di equilibrio, la morale, sia essa religiosa o laica, soprattutto in ambito sessuale trova un posto ambiguo;essa d'altronde può anche essere vista come una sorta di diffusione ingannevole di memi preposti a far diminuire le possibilità di accoppiamento degli individui.
I memi possono essere suddivisi in tre categorie principali: i memi-distinzione, i memi-strategia e i memi-associazione.
Tutti i concetti che possediamo sono memi-distinzione, ovvero i concetti che ci servono per poter dare un nome alle cose. I loghi famosi, ad esempio quello della Coca-Cola o della Nike, costituiscono dei memi-distinzione molto potenti, una volta che vengono programmati nelle menti degli individui possono essere determinanti a fare in modo di essere scelti a discapito di altri loghi che non vengono riconosciuti dagli individui, perché non fanno parte del loro bagaglio di memi-distinzione.
I memi-strategia sono invece quelli che dicono come ci si deve comportare in determinate situazioni. Del meme-strategia fanno parte tutte quelle convinzioni (buone o cattive che siano) in base alle quali tu sei convinto che produrranno determinati effetti sulla realtà. I primi memi-strategia li apprendiamo già nella primissima infanzia dai nostri genitori Mettersi a piangere per farsi mettere il ciuccio, è un classico esempio di meme-strategia infantile. Ma ci sono memi-strategia che ci. portiamo dietro anche da grandi. Il punto cruciale è capire quali sono quelli che ci guidano inconsapevolmente, magari verso scopi non produttivi. Senza contare il fatto che possono esserci memi-strategia con cui veniamo astutamente programmati per gli scopi altrui.
I memi-associazione sono invece memi collegati tra loro, senza che sia necessario un nesso logico vero. I memi-associazione sono potenti veicoli per "infettare" le menti degli individui con nuovi memi-strategia. I meccanismi su cui si basa la pubblicità non sono molto diversi.
Bisogna poi osservare a questo punto che i memi migliori sono quelli che possiedono in se stessi il concetto di autoreplicazione, ovvero quelli legati all'idea di tradizione o di evangelizzazione, che di per sé già impongono di essere trasmessi. Da questo punto di vista i memi religiosi sono tra i più potenti. Altri memi particolarmente efficaci sono i memi estremisti, ovvero quelli legati a concezioni di fede assoluta o di scetticismo totale. Benché sembrino due concetti diversi, dal punto di vista memetico sono in realtà facce di una stessa medaglia, in cui, assumendo un significato assoluto, il meme viene inteso come verità incontrovertibile in senso positivo o negativo. Ma il risultato è analogo. Le menti programmate con questi memi sono refrattarie a recepire nuovi memi e questo le rende entrambe ottuse.
Esistono diversi modi con cui i memi entrano nella nostra mente e lì mettono radici. Il primo e forse il più comune, è la ripetizione. Fin dall'infanzia ci vengono ripetute cose che sono entrate nella nostra testa e sono diventate "io".
Anche le più basilari tecniche di insegnamento si basano sul concetto di ripetizione. A furia di ripetere un concetto, quello finirà nella tua testa. Tanto la fede in una religione, come le province di una regione non nascono spontaneamente nel nostro cervello, sono memi che ci vengono ripetuti e con i quali veniamo "programmati". Se il processo ha uno scopo vantaggioso e produttivo per la persona si chiama educazione, altrimenti si può chiamare plagio.
Ma Il problema sta nel discernimento dei memi che servono al buon fine della nostra esistenza e cui siamo noi, consapevolmente, ad aprire la porta della nostra mente, da quelli che condizionano la nostra vita e i nostri pensieri in maniera subdola e negativa, senza che noi ce ne accorgiamo. La differenza a volte può essere sottile, ma esiste. Anche la pubblicità si basa spesso sul metodo della ripetizione, con lo scopo di far penetrare nel cervello dei memi-associazione. Un'altra tecnica di condizionamento è quella che viene chiamata dissonanza cognitiva. In pratica si tratta di creare ad hoc una sensazione di disagio che viene poi allentata ad arte, causando così una sensazione di maggior benessere. Questo è tipico, ad esempio, delle tecniche di vendita in cui viene prospettata un'offerta irripetibile che però dev'essere colta entro una determinata scadenza.
Secondo la memetica, i memi sono solo i mattoni che costruiscono la nostra mente, i nostri pensieri e i nostri comportamenti. Da questo punto di vista non possiamo fare a meno di loro, come non possiamo fare a meno dei geni, che regolano tutte le funzioni del nostro corpo. E' solo che i memi, a volte, per la loro natura e attraverso le tecniche che abbiamo visto, possono conquistare regioni del nostro cervello senza il nostro consenso.
Cosa ancora peggiore succede quando veniamo raggiunti da memi progettati appositamente per diffondersi e programmarci. Che sia pubblicità, religione, politica o altro, è comunque qui che comincia il condizionamento, perché questi memi finiscono per dirci che cosa pensare, che cosa fare e come farlo.
E in un'epoca come la nostra, in cui in ogni momento veniamo bersagliati a trecentosessanta gradi da memi che cercano di piantare la loro bandierina sulla superficie della nostra corteccia cerebrale attraverso strategie sempre più perfezionate e veicoli sempre più efficaci, la memetica può aiutarci a capire e fornirci gli strumenti per discriminare ed essere consapevoli di quello che accade intorno a noi.
Per la memetica, quello che conta innanzitutto è capire che non siamo poi tanto liberi come credevamo. La consapevolezza della loro esistenza è il primo vaccino a questi virus culturali. Dopodiché è necessario sviluppare una serena coscienza di quali sono i memi con cui vogliamo essere programmati. Il concetto di "scelta" già di per sé consente di farci escludere un'azione di condizionamento mentale arbitrario. Così, non esistono memi intrinsecamente buoni o cattivi, veri o falsi.
Mettere in discussione tutto, quello che pensiamo, quello in cui crediamo, quello che leggiamo, che vediamo e che ascoltiamo, le nostre scelte e i nostri comportamenti: tutto questo è importante per la memetica, al fine di capire (e scegliere) quali devono essere i memi che devono guidare i nostri pensieri e le nostre azioni. Secondo Richard Brodie uno dei migliori modi per cancellare dalla nostra mente la programmazione dei memi indesiderati è la pratica dello Zen, per il semplice fatto che ci aiuta a prendere una consapevolezza distaccata di noi stessi e a guardare alle cose che ci circondano da prospettive diverse, mostrandoci sotto un'altra prospettiva concetti che altrimenti davamo per scontati.

Isabella RAHELI