Il sistema Italia

‘Dum Romae consilitur Saguntum expugnatur’

A ben considerare il sistema Italia è simile a un treno da cui, fermata dopo fermata, discendono i controllori lasciando i passeggeri in balia di se stessi.
Ne consegue che a fronte di una corposa legislazione mancano i funzionari preposti a farla rispettare.
Parimenti viviamo in una situazione tipica solo del nostro Paese: i disastri annunciati. Di fronte ai quali un giornalismo, addomesticato ed anestetizzato, “prima si costerna, s'indigna, s'impegna poi getta la spugna con gran dignità”.
Esempi eclatanti sono a noi visibili, ma puntualmente sottovalutati, come la costruzione di palazzi su terreni notoriamente carsici, senza tener conto degli studi geologici e senza alcun test antismottamento.
Eclatante come l’interscambio tra tubi che erogano azoto e quelli dell’ossigeno.
Dopo aver industrializzato le città di Taranto e di Brindisi ci allarmiamo dell’aumento esponenziale di decessi per neoplasie e che la Puglia è definita avvelenatrice. Mentre la classe industriale ricatta quella politica e sociale, usando lo spettro del licenziamento , della cassa integrazione o dello smantellamento industriale, si disattivano in Lecce le quattro centraline di monitoraggio dell’aria perché i fondi della Provincia non sono stati messi a disposizione del Comune.
Parimenti nessuno vigila sul fenomeno di nepotismo che dilaga nelle Università come nelle Pubbliche Amministrazioni.
Nessuno controlla come vengono assegnati i pubblici incarichi , le consulenze , gli appalti in cui vige la legge del “ribasso”, a scapito della qualità del servizio, o come viene redatto un bilancio per poi essere puntualmente sottoposto a stornazione.
Tutto ciò ha determinato un grave scollamento tra la società civile  e la classe politica con una deleteria ricaduta qualunquistica preludio di una crisi della democrazia e della civiltà intera.
L’Italia è giunta ai margini di un abisso da cui non riesce a tornare indietro.
Ancora una volta s’ode “rumor di sciabole”, ma pochi sono capaci di udirle, pochi son capaci a ridare valori e certezze nel futuro.

Michele GAETANI