Booknotes

GINO SCHIROSI, L‘alba della ragione - Giustizia e libertà dal ‘700, UM5, Gallipoli 2007, pp. 80. Prefazione dell’autore. Postfazione di Maurizio Nocera. È il n. 23 della collana I poeti de “L’Uomo e il Mare”.
L’opera prende spunto dal risveglio delle coscienze con la rivoluzione francese per poi allargare l’orizzonte su una vasta gamma di riflessioni e deduzioni che si chiudono ai giorni nostri in una visione spazio-temporale della storia e della politica. È suddivisa in tre parti, di cui le prime due discutono questioni che partono dalla letteratura per poi diffondersi su problematiche storico-giuridiche: 1 - Popolo e libertà in scena (dove si affrontano due temi: il mondo e l’umanità nel teatro riformato di Carlo Goldoni e l’eroe aristocratico della libertà di Vittorio Alfieri); 2 - Filantropismo giuridico lombardo (temi trattati: piacere e nobiltà, bisogno e crimine in Giuseppe Parini, il delitto è una malattia sociale, diritto di natura e strane origini del socialismo, lo Stato e la pena capitale in Cesare Beccaria, la tortura e la colonna infame in Pietro Verri e Alessandro Manzoni). La terza parte attiene infine ad argomenti prettamente politici nonché legislativi ed etici, che scaturiscono direttamente dalla precedente argomentazione di natura letteraria: - Discorso sulla legalità (la legalità e il diritto, il primato della politica, legalità e politica). Le pagine finali si chiudono al 6-6-2007.


ERNESTO BARBA, Ernesto Barba figlio del sole, UM5, Gallipoli 2007, pp. 192
La bella pubblicazione, una ristampa dopo l’uscita in tre puntate su “Abulia 2004. è a  cura di Rosario Amodeo, Maurizio Nocera, Franco Pisanello. Si tratta del Quaderno  n. 22 della collana I poeti de “L’Uomo e il Mare”, fondata da A. Benemeglio e diretta da M. Nocera.
È una nutrita raccolta di poesie, prose e lettere dell’autore gallipolino (1934- 1994), fratello del grande Eugenio e nipote del poeta omonimo di fine ‘800 e inizi ‘900. I suoi scritti, quasi tutti inediti, hanno come riferimento diverse località del mondo, che furono per lui incanto di vita e paradiso dello spirito. Numerose e varie furono le esperienze vissute nei tre continenti, in paesi esotici, specie sulle alture del Tibet, ma anche in Sicilia, Campania, Puglia e Salento, e tutte, conservate nello scrigno della memoria, hanno costituito materia di canto. Barba è stato un giramondo cosmopolita, un girovago ansioso di vivere in tutte le lande del pianeta le sue straordinarie bellezze nascoste e per fuggire ovunque insoddisfazione, incomprensione e falsità. Dalle sue testimonianze traspare evidente il desiderio o il bisogno di dimenticare offese e ingiustizie e poi sparire nel nulla portandosi dietro e lontano impressioni e amori appena sfiorati e perduti, senza mai scomporsi dinanzi ai problemi esistenziali e prendendo la vita con filosofica sufficienza.
Era un ulisseide come tutti i gallipolini, aveva in sé sempre presenti la genialità poetica, l’esperienza spirituale, la struggente nostalgia della sua terra e il valore dell’amicizia sincera come fine e mai come mezzo.


GIUSEPPE SABATO, Manuale di iridologia, L.S. Gruppo Editoriale, Quarto Inferiore (BO) 2007, pp. 182, € 24,00.
Prefazione di Padre dott. Emilio Ratti. Presentazioni di Francesco Abete, di S. G. Condò, di Vittoria Fornari e di Emlio Danieli De Salve. Introduzione dell’autore.
Viene qui esposta una pura conoscenza nel campo della medicina olistica e nel contempo allopatica fugando tante dicerie su ricerche esoteriche.
La passione per questa branca dello scibile umano ha spinto il nostro concittadino a scrivere questo libro tanto complesso quanto interessante, incuriosito come mai fosse possibile la lettura psicosomatica in una parte così limitata del corpo umano (l’iride).  
Per appagare questa passione scientifica l’autore ha partecipato a diversi corsi scientifici di carattere specialistico che lo hanno in definitiva abilitato a divenire esperto di una disciplina pressoché sconosciuta ma indispensabile ad individuare malattie nascoste e difficilmente pronosticabili.
Per tale passione scientifica e professionale ha dovuto privarsi della sua famiglia e della sua città natale divenendo un padre disamorato, ma la sua grande idea a cui oggi crede soprattutto è la scienza. Non sarebbe tuttavia il caso di portare anche in patria i risultati della sua ricerca? Altrimenti sembra inspiegabile la sproporzione del suo allontanamento con i torti lamentati e ingiustamente subiti. La città, e non solo la famiglia, lo aspetta. Nessuno è obbligato a dover essere necessariamente o essere ritenuto un profeta!