La partecipazione dei cittadini

E' da diversi anni che insisto dalle pagine di questo giornale sulla democrazia partecipata, il cui scopo è quello di coinvolgere i cittadini nelle scelte fondamentali, fatte in un determinato territorio, in materia di pianificazione urbanistica, opere pubbliche, uso dei beni demaniali ed altre questioni che hanno rilevanti riflessi sociali ed ambientali.
Finalmente qualche spiraglio si apre anche in Italia e la democrazia comincia piano piano ad affacciarsi, seppur timidamente e con notevole ritardo rispetto agli altri Stati occidentali.
La buona notizia arriva dalla Regione Toscana che sta elaborando una legge sulla partecipazione che avrà il compito di avviare confronti con i cittadini, ogni qual volta nella regione si intendono effettuare importanti interventi di trasformazione e valorizzazione  di beni storico-culturali, di tutela delle risorse territoriali - ambientali ed in generale di tutto ciò che incide sulle relazioni sociali, ambientali e la qualità della vita delle persone.
Il compito di avviare tali confronti ed i relativi dibattiti con la popolazione sarà affidato, almeno per le grandi opere d'interesse sovralocale come autostrade, rigassificatori, termovalorizzatori, alta velocità???.. ad un'Autorità indipendente (Garante), scelta con concorso pubblico a livello comunitario.
Alla fine dei dibattiti e delle consultazioni, che non  dovranno superare i sei mesi di tempo, il Garante presenterà una relazione e se lo ritiene opportuno, potrà approfondire gli aspetti controversi, commissionando ricerche ad enti pubblici o privati.
La legge prevede anche la massima trasparenza per l'organizzazione di dibattiti su argomenti locali richiesti da Comuni o singoli cittadini; per ottenere il sì dall'Autorità, l'organizzatore dovrà seguire particolari procedure, al fine di garantire a tutti la possibilità di esprimere idee e posizioni.
La relazione finale non avrà valore vincolante, in altre parole non sarà il Garante (sulla scorta del dibattito) a bocciare un progetto, nondimeno avrà un forte impatto politico, perché difficilmente si potrà approvare ed eseguire nella sua integrità una determinata opera, se il dibattito pubblico l'ha bocciata o contestata in alcuni punti.
In Francia, per esempio, dove esiste una legge sulla partecipazione dal lontano 1976, sono molti i casi di progetti mai approvati o modificati tenendo conto delle esigenze e dei suggerimenti della popolazione.
Infine, dopo il dibattito che conferirà all'opera da eseguire un indubbio interesse pubblico o collettivo difficilmente contestabile, si passerà al normale iter istituzionale, con le approvazioni di legge, gli eventuali ricorsi e la successiva fase esecutiva.
La proposta di nuova legge regionale, approvata il 30 luglio 2007 dalla giunta all'unanimità, sarà presentata in consiglio regionale a settembre e dovrebbe entrare in vigore dal primo gennaio; avrà una fase sperimentale di 5 anni ed un costo di un milione di euro all'anno.
In sostanza la futura legge della Regione Toscana, intende promuovere la partecipazione popolare come forma ordinaria di governo, a tutti i livelli amministrativi, in modo che le politiche regionali e locali non siano calate dall'alto, ma vengano elaborate e quindi condivise dagli organi di governo e dai cittadini.
Ciò ha indubbie ricadute positive, in quanto la partecipazione dal basso serve a rinforzare e rinnovare la democrazia, fa capire senza ombre di dubbio se un'opera è sentita come indispensabile dalla popolazione oppure ci sono altre priorità ritenute più urgenti, migliora la qualità dei progetti i quali vengono arricchiti dall'esperienza e concretezza delle persone comuni che operano quotidianamente a contatto con le realtà locali, valorizza le conoscenze , le competenze e l'impegno presenti nella società civile spesso ignorati e trascurati, rafforza la coesione sociale ed il consenso della gente, indipendentemente dall'appartenenza politica di ciascuno e la fa identificare maggiormente con il territorio nel quale vive e lavora.
Inoltre, cosa non trascurabile, toglie notevole discrezionalità ai vari esecutivi ed agli eventuali loro referenti, impedendo che le decisioni fondamentali, le quali comportano spesso scelte irreversibili che incidono per svariati anni sul territorio e ne condizionano lo sviluppo, siano prese per favorire determinate componenti della società magari vicine politicamente ai proponenti, a scapito del vero interesse pubblico.
La futura legge, di cui sono stati delineati i criteri guida ed ispiratori, dovrebbe applicarsi a tutte le normative che prevedono forme di partecipazione, sia quelle tradizionali della democrazia diretta (petizione, referendum) sia quelle contenute nelle leggi di settore (istruzione, sanità, pianificazione e governo del territorio, uso e valorizzazione del beni collettivi, protezione ambientale, servizi pubblici locali??..) e riguardare non solo la Regione in quanto tale ma anche gli altri Enti pubblici territoriali (Province, Comuni, Comunità montane).
Per poter favorire la partecipazione popolare alle decisioni, occorre che il cittadino venga adeguatamente informato e ciò presuppone una serie di piccoli cambiamenti che per la burocrazia italiana rappresentano veri traumi e rivoluzioni : a) trasparenza delle procedure e degli atti amministrativi, nel senso che chiunque dev' essere in grado di capire e quindi di controllare se sono state rispettate le formalità indicate dalla legge; b) accesso alle informazioni da parte di qualsiasi cittadino che intenda prendere conoscenza degli atti;
c) obbligo di motivare i progetti e le decisioni in modo chiaro, trasparente e comprensibile a tutti, senza bisogno di dover consultare l'esperto di turno; d) messa a disposizione di locali (Case della città e centri di studio), strumenti informatici, documentazione varia nonché personale in grado di informare, in modo che il cittadino possa essere messo in condizione di capire le decisioni che si intendono adottare e poter quindi dare il suo contributo con cognizione di causa.
Con questa legge il cittadino diventa soggetto attivamente partecipe del governo della Regione, della Provincia e del Comune e non si limiterà quindi a mettere periodicamente una scheda nell'urna per eleggere i suoi rappresentanti, pregando il Signore, subito dopo il voto, di non aver commesso l'ennesimo sbaglio.
Ciò presuppone un impegno sociale da parte di ognuno di noi che consiste nel tenersi costantemente informati e capire quello che succede sia nel mondo sia nel luogo in cui viviamo ed un'accresciuta responsabilità nei confronti dei cittadini che per il loro livello culturale o altri problemi che li rendono deboli (malattie, handicap, dipendenze dalla droga?..), non sono in grado di tutelare adeguatamente i loro diritti ed interessi.

Leggetelo bene questo articolo (anche se non è di facile comprensione) e conservatelo.
Se c'è qualcosa che non capite chiedete spiegazioni, la redazione di Anxa è a completa disposizione ( info@anxa.it ).
Sono i vostri diritti che vengono riconosciuti (per ora solo in Toscana), in modo che non vi ritroviate un giorno un deposito della spazzatura di fronte a casa vostra, un attracco per barche dove andavate a fare il bagno, il restauro del mercato coperto invece di quello del Castello, il restauro della fontana ellenistica a vostro carico invece che gratuitamente, com'era previsto da una precedente convenzione, la città inondata da strisce blù a pagamento, anche dopo la sentenza della Corte di Cassazione.
Lottate perché anche la Regione Puglia ed il Governo centrale, facciano una legge simile, in modo da passare finalmente dalla condizione di sudditi a quella di cittadini.
 
Fredy SALOMONE