Gallipoli, la bella

Il visitatore della Città bella può notare immediatamente che la maggior parte dei suoi abitanti vive di pesca e di turismo, un turismo che non è solo balneare, perché Gallipoli ha le testimonianze di un passato che ha avuto la sua parte di storia anche gloriosa.
Nella città antica sono visibili le tracce delle epoche che si sono succedute, volute con impegno dai nobili di stirpe e da persone dotte, che architetti, pittori e scultori hanno saputo creare nel campo delle arti e della tecnica, secondo le loro tendenze.
Ad eccezione di qualche iniziativa moderna che non collima, per fisionomia estranea, con le opere architettoniche degli antenati, i caratteri strutturali ed estetici della città antica risultano ben omogenei. Emergono chiaramente le manifestazioni costruttive del tempo passato, evidenti nelle diverse contrade urbane, ma ben legate da comuni caratteristiche per seguire uno schema d'impostazione e di elaborazione adatta a soddisfare scopi funzionali. Naturalmente i capomastri e scalpellini hanno avuto una parte di rilievo nell'eseguire e nell'applicare con accortezza ciò che derivava dall'ideazione studiata di elementi che compongono i numerosi palazzi gentilizi ed equilibrare i requisiti fondamentali determinanti di un paesaggio storico essenziale già esistente con la loro arte e riuscendo anche a mettere in risalto incantevoli scorci paesaggistici.
Passeggiando per i vicoli ci si accorge come le facciate rappresentino la voce viva di una città che  abbraccia un insieme di stili autentici, arricchiti dall'ideazione di particolari unici nel loro genere, che ci rivelano quanto amore vi fu nell'ideare caratteristiche originali per soddisfare i gusti, senza tuttavia uscire dagli schemi presenti nella progettazione generale. Tutto era adattabile alla vita della città, che comprendeva il mondo degli artigiani, dei pescatori, dei commercianti e degli artisti.
In quel mondo urbano si utilizzavano i cuzzetti delle cave locali estratti dalle rocce del territorio appartenente alla terraferma, del mondo esterno dei cavatori di pietre e dei contadini che coltivavano i terreni dei latifondisti. Le pietre, estratte per mezzo di utensili manovrati a mano dai cavatori, venivano utilizzate per costruire residenze lussuose nel centro antico, ma anche dimore popolari fornite solo dell'essenziale e botteghe utili ad accogliere i manufatti lavorati dagli artigiani.
Allo stile architettonico degli esterni di molte costruzioni si accompagna quello degli interni, ricco di pitture e di stucchi colorati che decorano le volte e le pareti delle abitazioni più sontuose, mentre porticati e chiostri illuminati dalla luce del sole danno particolare risalto alle costruzioni pubbliche, civili e religiose. Nella organizzazione urbanistica racchiusa nelle mura civiche si nota che giardini sono quasi inesistenti a causa dell'esigua estensione del territorio urbano disponibile e che si accede alle costruzioni direttamente tramite portoni e porte attigui alle vie, a volte spogli e lisci, in altre ricchi di elementi decorativi artistici, caratterizzati da un'originalità di stile che svela quanta accortezza ed estro vi fu in essi racchiusa. Tutti gli edifici raccontano la storia passata, rappresentano una silenziosa testimonianza che fornisce le prove materiali di come la civiltà che caratterizzava la società di Gallipoli fu sempre avanzata, con la sua cultura artistica che non si è cancellata nel tempo e che oggi non va dispersa.
Attraverso opere di manutenzione periodica, affidate a professionisti competenti ed abili, che attuino interventi di consolidamento statico e restauro ben studiati ed accurati, si può ristabilire ciò che l'usura e le intemperie rovinano. Le opere architettoniche possono mantenere o riacquistare lo splendore di un tempo se vi è accortezza a conservare l'originalità dell'opera e preservare la ricchezza patrimoniale che rappresenta, che a volte può essere inestimabile.
Per Gallipoli è necessario l'impegno delle amministrazioni governative cittadine e centrali orientato alla conservazione di beni storici ed artistici della città vecchia, con il recupero del centro urbano, che fu di origine medioevale, su cui s'innestò il libero rifiorire dell'arte del Rinascimento. Alla compostezza delle forme classiche seguirono gli effetti scenografici del Barocco, delle sue decorazioni bizzarre e inconsuete, moderate poi da rilevanti opere ottocentesche.
Particolare attenzione dovrebbe essere rivolta al Castello, affinché possa riacquistare la rilevanza del suo valore di testimone di una realtà civica di un passato eroico dei cittadini di Gallipoli, dei momenti gloriosi di una storia che fu anche nazionale.

La funzione di ogni opera d'arte non è solo urbana, estetica e paesaggistica, ma è anche espressione di una creatività del momento storico, la cui peculiarità appartiene alla società tutta e ciò che si conserva proviene da menti che hanno partecipato ad una realtà storico-culturale più ampia di quella locale. Ogni elemento artistico che appartiene alla Città Bella richiede ad ognuno una coscienza responsabile, perché sia difeso e correttamente impiegato, non solo per soddisfare l'occhio del turista di passaggio, ma anche per salvaguardare l'opera in sé, la sua unicità, l'originalità che la rende incomparabile e peculiare per una più ampia società rispetto a quella della locale appartenenza.
                                                                                                                       
Cosimo PALESE