Auspicio, i desideri inutili

C'era una volta un povero boscaiolo che, stanco della sua faticosa vita, aveva una gran voglia, a quanto diceva, di andarsi a riposare nell'altro mondo. Infatti, dal giorno che era nato, la Provvidenza non aveva mai soddisfatto uno solo dei suoi desideri. Un giorno che si lamentava così nel bosco, ecco apparirgli, con tanto di fulmini in mano, Giove in persona. Figuratevi la paura che ebbe il pover'uomo. "Non desidero nulla" disse lui gettandosi con il naso a terra. "Niente desideri da parte mia, niente fulmini da parte vostra; signor mio, facciamo come se nulla fosse stato.
"Non aver paura" gli rispose Giove, "i tuoi lamenti mi hanno commosso ed io vengo a dimostrarti che mi fai torto. Stammi bene a sentire: io, che sono il padrone del mondo intero, ti prometto di esaudire i primi tre desideri che tu formulerai su qualsiasi soggetto. Cerca quello che ti può rendere felice, cerca quello che ti può dar soddisfazione e, poiché la tua fortuna dipende dalle tue richieste, pensaci bene prima di pronunciarle.
 E' questo un brano tratto dalla fiaba di Charles Perrault " I desideri inutili" ma che, a dispetto del titolo, mi è parsa particolarmente calzante per la presenza della figura di Giove e per il richiamo ai lamenti ed alla Provvidenza. Certo la ricerca della felicità è impresa estremamente ardua e ci farebbe aprire numerose pagine se dovessimo discuterne, ma ad un po' di soddisfazione si può, ritengo, legittimamente aspirare.
Non è un caso che mi siano venute in mente le fiabe nel mettere giù queste righe, in quanto il rifugiarsi nel mondo della fantasia è ed è sempre stato, per ognuno di noi, un valido rimedio, per poi tornare alla quotidianità con maggiore lena; ci è accaduto da piccoli e ci riaccade da adulti, non appena riaffiora la nostra  anima fanciulla. Quando da bambini piangevamo, quando occorreva distrarci da un capriccio o da un dispiacere, un tempo, c'era sempre qualcuno che ci diceva: " Vieni, vieni che se stai buono ti racconto una bella favola". L' effetto era immediato, anche se non  risolutore, ma ci consentiva di elaborare il dispiacere e di tornare a vivere il disagio con maggiore pacatezza, consapevoli che in un angolo del nostro mondo c'era spazio per realizzare i desideri.
Generalmente nelle fiabe, come in quella di Perrault da me richiamata, i desideri da esprimere sono tre ed il potere di dare loro corpo è  di un genio o di un mago, ma anche di una strega buona o di una fata e sarebbe proprio ad una fatina che mi piacerebbe rivolgermi per chiederle di realizzare tre miei desideri per il mio paese. Forse cercherei di spuntarne un quarto o un quinto, a dispetto della tradizione e facendo leva sull'appartenenza, ma a tre non rinuncerei: vorrei vedere tutti all'opera alla ricerca del Bene comune; vorrei che ognuno vivesse una forte assunzione di responsabilità che rendesse capaci di riconoscere i propri errori; vorrei vedere recuperati antichi valori  e  stili di vita tali da restituirci dignità ed identità, il tutto in un quadro globale di accoglienza,  di crescita umana, culturale ed economica.
Nostalgia? Forse, che male c'è?!
Sogno? E chi me lo impedisce!
Aspirazione ad un mondo migliore? Senza ombra di dubbio!
Certo non ho più voglia di passeggiare tra miasmi diffusi, lungo strade poco pulite e frequentate da blatte che  tagliano la strada e che si alzano in volo. Aspiro ad un paese lindo, nel quale i nostri ragazzi possano crescere all'ombra dell'esempio degli adulti, con sani principi e con buone prospettive di lavoro; desidero un paese che fornisca forti punti di riferimento volti a promuovere nei giovani capacità critiche e di giudizio; aspiro ad un paese gestito con saggezza e con sana capacità imprenditoriale o, per meglio dire, come farebbe una buona madre di famiglia o, in sua mancanza, un buon padre di famiglia attento ai desideri ed ai bisogni dei propri cari; padre capace  di dire di no quando è il caso e  capace di donare quando è opportuno. Desidero una progettazione, per il mio paese, che veda la presenza delle donne ed impostata  su vivacità intellettuale e non su violenti scontri verbali che, a mio avviso, nulla recano di buono ad una comunità. Utopia, forse; mondo fiabesco, è il caso di dire; visione femminile d'altri tempi, probabilmente ma, se è vero che i sogni son desideri e che i desideri, talvolta, si realizzano, dato che donne d'altri tempi esistono ancora, anche Gallipoli può sognare insieme a me.

Alba Grazia VULCANO