Parcheggi e legalità

Per articolare il mio discorso, questa volta prendo lo spunto dalla sentenza 9 gennaio 2007 nr.116 della Corte di Cassazione, relativa ai parcheggi a pagamento, la quale benché definita da certa stampa come storica, giunge con più di quarant'anni di ritardo, rispetto
alla prassi e giurisprudenza europea.
Per motivi di lavoro, conosco da almeno trent'anni, una sentenza del Tribunale federale svizzero del 1964, la quale, coerente con la giurisprudenza dei paesi di consolidata democrazia, affermava testualmente ed in forma chiarissima:" i parcheggi con parchimetro non si pongono in contrasto con l'uso gratuito delle strade pubbliche, solo se ad una distanza ragionevole, vengono creati un ugual numero di posteggi non a pagamento".
Il ragionamento posto alla base di tale decisione è semplice ed elementare: l'uso comune del demanio pubblico è libero e gratuito, le strade fanno parte del demanio pubblico, la marcia e la sosta rientrano nell'uso comune, quindi la marcia e la sosta non possono essere tassate, se non a determinate e specifiche condizioni e con precisi limiti.
Ciò che si paga è invece l'uso accresciuto o speciale del demanio e per restare nel campo delle strade, la posa di tavoli e sedie di bar e ristoranti in forma stabile e continuata, la sosta prolungata di autoveicoli, durante più giorni e nello stesso punto???
Per evitare un uso distorto del demanio, mediante l'imposizione di questa tassa occulta da parte di tantissimi Comuni, i giudici potevano quindi tranquillamente basarsi sui principi generali del diritto e sulla nozione stessa di demanio, senza alcun bisogno di una base legale specifica.
Ma in Italia, terra prediletta della giustizia formale ma non di quella sostanziale, il rischio di interpretare una nozione giuridica ovvia ed elementare come quella sul demanio, non ha voluto correrlo neanche la Cassazione, ragione per cui ha atteso pazientemente che l'articolo specifico sui posteggi a pagamento (art. 7 comma 8), fosse inserito nel Codice della strada per emanare la famosa decisione che sta mettendo in crisi amministrazioni comunali di mezza Italia, che davano per acquisiti gli introiti da posteggio e le relative multe, concedendo in appalto l'intero affare a società private e creando la figura degli ausiliari del traffico, abilitati solo alle multe in zona blu, che ora rischiano un pesante ridimensionamento .
La classe dirigente e gli apparati burocratici sono ormai autoreferenti e molte delle decisioni che adottano servono principalmente a difendere la loro posizione ed i loro stipendi e sempre meno l'interesse pubblico.
Le strisce blu diffuse praticamente ovunque non servivano infatti a favorire un traffico ordinato e scorrevole (per ottenere ciò erano necessari i piani viari e la chiusura totale o parziale dei centri storici), ma esclusivamente per fare cassa (finanza creativa) in modo da mantenere un apparato amministrativo clientelare, tanto sovradimensionato quanto inefficiente.
Aver tollerato ed incoraggiato per anni la riscossione abusiva di queste tasse sui parcheggi, non ha fatto altro che incoraggiare l'avanzata dell'illegalità che ormai si è diffusa a tutti i livelli: andare contromano, usare il telefonino mentre si guida, parcheggiare di traverso con i lampeggianti accesi ( che raffinata furbizia) per andare a prendersi un caffè al bar, abbandonare veicoli inservibili lungo le strade cittadine, non è più visto come un comportamento vietato o sanzionato dal Codice.
Altro esempio di finanza creativa ed uso improprio delle multe è quello di piazzare apparati fotografici in prossimità di semafori situati in località semideserte ( senza logicamente la presenza in loco dell'agente), come le frazioni marine di una città o paese, nei giorni feriali dei mesi invernali, in modo da  fare una strage di automobilisti (specie anziani emigranti che vi soggiornano in quei periodi), i quali stanchi di aspettare ad incroci abbandonati da Dio e dagli uomini e che all'imbrunire mettono paura, finiscono per passare con il rosso.
C'è da dire per completezza d'informazione che durante i periodi estivi di maggior affollamento, gli stessi semafori hanno di regola solo il lampeggiante giallo.
Un ulteriore esempio di uso non corretto dei poteri pubblici, che finiscono poi per incoraggiare il diffondersi dell'illegalità, si può avere facendo un giro in macchina lungo le nostre strade provinciali; siccome difficilmente potrete andare ad una velocità superiore ai 50 km orari, avrete tutto il tempo di ammirare il paesaggio in tutta la sua bellezza.
Ma perché siete costretti dalla cartellonistica esistente ad andare a passo di lumaca?; semplice : per le centinaia di accessi concessi alle proprietà confinanti che hanno finito per trasformare le arterie provinciali in strade di quartiere.
Che dicono le legislazioni europee in proposito ?, ecco alcuni sintetici ma importanti stralci: a) la formazione di accessi è autorizzata se compatibile con la destinazione della strada e la sicurezza del traffico; b) l'accesso deve avvenire di regola su strade gerarchicamente inferiori; c) due o più proprietari possono essere obbligati a creare un accesso  comune nell'interesse della sicurezza e fluidità del traffico.
In sostanza la superficialità, l'impreparazione ed il disinteresse degli organi preposti alla gestione del territorio, costringono spesso il cittadino a violare le leggi oltre a procurargli pericoli e disagi aggiuntivi; rappresentano inoltre uno spreco inammissibile di risorse perché obbligano nel medio termine a costruire nuove strade che permettano il collegamento sicuro e veloce tra località importanti.
Inoltre l'eccessiva tolleranza e la quasi totale assenza di controlli hanno portato il cittadino a non distinguere più ciò che è lecito da ciò che è illecito, per cui ci vorrebbe un programma massiccio di alfabetizzazione generale della popolazione, ivi compresi gli amministratori pubblici, sull'importante e vitale tema della legalità.
A questo punto mi pongo una domanda: una nazione come l'Italia ed in particolare il suo meridione, che ha accumulato per decenni illegalità, furbizie, inefficienze può essere risanata in breve tempo (come promettono i politici) o ci vorranno svariati anni (sempre che si cominci subito) per mettere a posto quello che è stato guastato ?.

Termino parlando di Gallipoli e del bellissimo posteggio costruito nei pressi del cimitero, a pochissima distanza dal centro; nei paesi normali prima si decide lo scopo che si vuole raggiungere ed i mezzi organizzativi necessari per conseguirlo e poi si costruisce materialmente l'opera che una volta terminata diventa immediatamente funzionante.
Il nostro posteggio è desolatamente deserto, non è stato studiato nessun piano del traffico o altra misura complementare per invogliare o costringere gli automobilisti ad usarlo e  si spera solo nella provvidenza divina cha ha però problemi più importanti ed urgenti da risolvere, per cui sino ad ora si sono buttati soldi pubblici dalla finestra per un parcheggio che sarà pieno solo un mese all'anno e durante il  periodo di carnevale.
Intanto la stagione delle vacanze, con l'anticipo della Pasqua è ormai alle porte e non sarà difficile prevedere il solito caos e l'invivibilità della cittadina nei mesi estivi, il che oltre a rappresentare un pessimo biglietto da visita per i visitatori, vanifica gli sforzi fatti per rendere la località attraente e famosa.
In generale il denaro pubblico non appare quindi impiegato nel migliore dei modi, ragione per cui a volte sembrano inutili ed ipocrite le proteste di alcuni amministratori che si lamentano con il governo centrale della diminuzione delle risorse, loro assegnate.
Spendere bene, razionalmente e nell'interesse pubblico sarebbe la migliore riforma che si possa fare e contribuirebbe notevolmente a diffondere la cultura della legalità, che ormai da noi è diventata merce rara.

Fredy SALOMONE