Appunti di viaggio

La mia prima volta alle isole Lofoten con Gianni, Giovanni e Franco

A 200 chilometri oltre il Circolo Polare Artico, vette altissime e baie profonde costituiscono il paesaggio magico che abbiamo attraversato a bordo del nostro camper "Serafino". Nel Nordland norvegese, al largo della costa tra Bodo e Narvik, si erge il "muro" delle LOFOTEN, arcipelago di 80 isole, alcune delle quali disabitate; le quattro principali: Austavagoy, Vestevagoy e Moskenesoy si susseguono sino all'isola di Rost a sud-ovest. Come quasi tutta la Norvegia, le isole sono formate da terre alte alle quali l'erosione ha conferito un fascino tutto particolare. Il litorale scosceso e le strette valli ti emozionano in maniera da mozzarti il fiato. Al di sopra della costa battuta dai venti, inizia il regno delle betulle, più in alto quello dei muschi e delle eriche. Contrariamente a ciò che potrebbe far supporre la loro latitudine, le isole, lambite dalla corrente del Golfo del Messico e sottoposte all'influenza dei venti di sud-ovest, non hanno un clima particolarmente rigido: gli inverni sono relativamente miti, con una media di 2/3 gradi sottozero. Le selvagge isole, gli stretti fiordi, le piccole spiagge, i chiassosi uccelli marini, il sorriso della gente, nonostante l'aspetto ingrato delle rocce scoscese, sono un mondo pieno di vita. La vita su queste isole è legata alla pesca ed, in particolare, a quella del merluzzo, una delle più importanti attualmente praticata nel mondo e una delle principali risorse della Norvegia. Il merluzzo salato e seccato era ed è il più importante prodotto d'esportazione verso i paesi di lingua latina. Questo "baccalà" o "stoccafisso", detto l'oro delle Lofoten, sostituisce egregiamente la carne sulle tavole della gente, specialmente durante il periodo in cui si fa sentire la penuria di pesce fresco. Un'intera popolazione, che in passato ha toccato i 30 mila pescatori, partecipa a tale attività, prevalentemente durante l'inverno. E', infatti, durante questo periodo dell'anno che i merluzzi, raggiunta la stagione degli amori, scendono dal mar di Barens verso sud lungo la costa norvegese: nelle acque poco profonde del Vestfjorden, tra le isole Lofoten e la terraferma, trovano condizioni ideali alla riproduzione della specie. Tale migrazione si perpetua da tempo immemorabile malgrado la seria minaccia rappresentata dalle moderne tecniche di pesca. Alcuni pescatori ci riferiscono che, terminata la grande pesca, con la bella stagione la vita sulle isole si trascina pigramente, rispetto all'intensa attività invernale. Il dinamismo dei pescatori però non si placa del tutto visto che la maggior parte di essi mette la propria imbarcazione a disposizione per l'attività di pesca - turismo. La gente ritornerà agli inizi di settembre per riprendere l'attività sul mare. Il pescatore che generalmente è riuscito a guadagnare in pochi mesi ciò che gli serve per vivere bene durante il resto dell'anno, si dedica ad altri lavori, come la manutenzione della casa. Sempre a detta della gente del luogo, il marinaio, a seconda delle necessità famigliari, diventa falegname, elettricista, muratore e coltiva, diventando agricoltore, il suo fazzoletto di terra. Viste dall'alto, le isole Lofoten si presentano come un ammasso di montagne massicce e scoscese, quasi fortezze inespugnabili. Avvicinandosi, si scorgono segni di vita; migliaia, infatti, sono le pulcinella di mare, le rondini di mare e i gabbiani che nidificano negli anfratti alti delle scogliere e lungo le interminabili spiagge tra i cespugli di giunco. Alle Lofoten la vita degli uccelli marini si svolge durante la stagione estiva ed è enorme il numero dei pulcini che vengono divorati dagli adulti e da una specie di rapaci, senza tener conto del numero di quelli, e sono molti, che vengono inavvertitamente calpestati dai turisti durante le lunghe passeggiate sulle bellissime spiagge desolate. Anche qui, come nel Grande Nord, da metà maggio a fine luglio, si vive il clima bizzarro e suggestivo del famoso "sole di mezzanotte" che conferisce a queste terre un fascino magico. Le piccole insenature, dominate dalle alte montagne, sono spesso dei porti dove camminamenti e moli su palafitte uniscono le case rosse alle barche in un insieme unico di rocce, legno e mare che formano il rorbuer. Il rorbuer, tipica struttura abitativa su palafitte, costituisce un'affascinante e romantica alternativa all'albergo. Comodi e rustici, dall'arredo lindo e chiaro tipico del nord, sono dotati di tutti i conforts necessari, anche di televisore. Addormentarsi sotto un caldo piumino e appena svegli camminare, quasi sulle acque, lungo il pontile di legno è vivere in una dimensione indescrivibile. Il rorbuer più antico e Nusfjord nell'isola di Flakstadoy: è il più incantevole e gode della protezione dell'Unesco. Sempre sull'isola c'è a Flakstad una bellissima chiesa in legno settecentesca. Un rorbuer curioso per il nome è A , l'ultima lettera dell'alfabeto norvegese. Qui si può visitare un curioso museo della pesca con costruzioni ottocentesche tra cui la casa padronale, il capannone per le barche, la fabbrica di olio di fegato di merluzzo, ricostituente formidabile dall'odore e dal sapore nauseabondo del quale abbiano fatto scorpacciate in tempi molto lontani in cui il cibo non era alla portata di tutti, e il capannone per la salatura. Vicino alla turistica Reine, circondata da alte montagne, si può vedere a Sakrisoy una tenera e suggestiva raccolta di bambole e giocattoli. Da Svolvaer, capoluogo delle Lofoten, partono i battelli per visitare Trollfjord, abitato dai Trolls creature bruttine e dispettose della mitologia nordica: ovviamente invisibili. Ricordo con grande piacere Svolvaer per un episodio molto singolare: ci eravamo "ormeggiati" nella piazzetta centrale del paese per chiedere delle informazioni alla vicinissima agenzia viaggi; la fila era lunga e mentre aspettavo il mio turno vidi Giovanni e Gianni attraversare in largo la stradina per venire verso di me, uno con la moka del caffè fumante in mano e l'altro con la zuccheriera e la tazzina destando grande meraviglia tra i passanti e un gran ridere tra la gente che con me faceva la fila. La frase famosa fu: " il caffè era pronto e tu non eri ancora tornato, perciò.....". Il tutto si concluse con un caffè espresso per i presenti, un pacco di spaghetti ed una bottiglia di vino alla Hostess dell'agenzia, signorina Anniken, e con una lunga e contagiosa risata collettiva. La caratteristica di Eng è, invece, che essendo talmente battuta dal vento invernale del mare aperto, i cassonetti sulla spiaggia sono ancorati con catene al terreno sabbioso e brullo. La cucina naturalmente è a base di pesce, molto comuni sono le aringhe affumicate, il merluzzo fresco e i salmoni di cui a Bergen, durante il viaggio verso Nord , ne mangiammo a iosa. Per la carne, gli stufati di renna o agnello. Per lo shopping vanno bene le pelli di renna, gli oggetti artistici e i meravigliosi grossi golfi norvegesi, specialmente quelli fatti a Flakland, dove ne comprammo alcuni. Nelle notti serene si può e si deve stare con il naso all'insù a cercare l'incanto dell'aurora boreale. La sua luce sembra provenire da distanze siderali, da mondi sconosciuti: lampi di luce, cascate, archi violetti, fantasmi verdastri. A detta di molti fortunati è un attimo imperdibile nel magico mondo del Nord. Aurora boreale che noi, invece, non abbiamo avuto la gioia di vedere nemmeno quando siamo tornati in quel favoloso mondo per la seconda volta, di ritorno dall'estremo lembo della terra: Capo Nord, raggiunto dopo aver attraversato tutta la Finlandia, Lapponia compresa. Comunque abbiamo potuto godere di tutto il suo splendore visionando sul posto gli splendidi servizi fotografici e i filmati tridimensionali che ne ritraggono, con puntigliosa nitidezza, tutte le sue fasi e che in nessun modo possono paragonarsi ai toni di un alba o di un tramonto.-

Giuseppe PACCIOLLA