Il Castello di Gallipoli

Nessuna Città ha, nella sua denominazione, il privilegio di dirsi "Città Bella". Tale è, in realtà, Gallipoli ove il mare, con la sua esposizione parte a tramontana e parte a scirocco, assicura sempre un versante tranquillo, qualunque vento spiri. Per non parlare della sabbia, del litorale, del verde.
Gallipoli ha anche, però, una ricchezza di bellezze storiche ed artistiche ancora non adeguatamente apprezzate. E' probabile che alla grande maggioranza dei visitatori interessino meno del mare, limpido ed invitante, ma non è escluso che una adeguata utilizzazione dei tesori cittadini non finisca col conquistare i turisti distratti, perché tali beni sono utilizzabili anche quando non imperversa la canicola.
Non costituisce sorpresa se, dove c'è il bello creato dalla natura o della intraprendenza dell'uomo, la speculazione si avventi per sfruttare a suo vantaggio la bellezza dei lioghi. Perciò la vigilanza dovrebbe essere alta.
In passato non è stato sempre così e neppure lo è adesso, ovviamente non soltanto a Gallipoli. A parte gli errori compiuti, bisogna, però, essere intransigenti, favoriti anche da una sensibilità sempre più diffusa ed attenta. In conseguenza, chi ha il dovere di contrastare illeciti comportamenti deve farlo con rigore perché il cattivo uso del territorio e dei beni danneggia, spesso irreparabilmente, le generazioni presenti e future, nonché le prospettive di sviluppo. La distinzione tra abusi antichi e nuovi non è accettabile perché il ripristino di un bene è primario rispetto all'epoca in cui è stato commesso l'abuso stesso. Le leggi, per porvi rimedio, esistono.
Nel dedicarsi al ripristino di ambiente e beni le difficoltà sono numerose e complesse per l'intreccio di interessi, di comportamenti dolosi rimasti impuniti o, semplicemente, per superficialità o ignoranza. Tuttavia, le opere che deturpano vanno eliminate nella consapevolezza che nessun impegno torna a maggiore vantaggio della popolazione e della immagine della Città.
Il recupero del Castello di Gallipoli rientra tra gli impegni civici prioritari per ciò che rappresenta e per la sua possibile fruizione pubblica. Questa rivista "ANXANEWS" ha il merito di averne fatto oggetto di appassionati scritti del direttore Luigi Giungato per chiedere, a chi di competenza, di riportare il manufatto alla originaria condizione, anche attraverso una sapiente e corretta revisione urbanistica.
Il solo fatto che Acaia, Copertino, Otranto, per citare soltanto località sedi di prestigiosi manufatti militari nel Salento, abbiano restituito dignità ai loro castelli per aprirli a selezionate manifestazioni, dimostra quanto concreto sia l'interesse al recupero ed i benefici che se ne possono trarre.
Rispetto alle località citate, il recupero del Castello di Gallipoli è certamente più complesso per le numerose superfetazioni sorte intorno. Le difficoltà, però, possono essere rimosse da trattative attente e dall'utilizzo delle leggi, se fosse necessario.
Il Castello, dunque. Dirò subito che, negli anni in cui ebbi l'onore di rappresentare Gallipoli in Senato, per un complesso di motivi, mi fu impossibile interessarmi della questione quando avevo già deciso di non riproporre più la mia candidatura. Ho potuto, quindi, seguire per poco il problema. Comunque risalgono a quel periodo i primi concreti passi per il recupero avviato da un gruppo di giovani, generosi ed attenti, che liberarono alcune sale dal guano e per ottenere la decisione del comando generale della Guardia di Finanza di lasciare i locali occupati. Bisogna continuare.
Il Castello ha una sua specificità. Non fu costruito, come quello di Otranto, dopo l'eroica resistenza ai turchi per evitare altre invasioni, ma fu edificato prima che eventi bellici lo facessero caposaldo della resistenza dei gallipolini agli invasori, attratti dalla posizione strategica e dei traffici della città.
Nell'azione per il ripristino occorre ferma e convinta determinazione, mettendo in conto opposizioni, proteste, ricatti. Tuttavia, ora c'è una sensibilità che prima esisteva poco e tale sensibilità di cittadini e di associazioni può aiutare molto, nel loro compito, l'Amministrazione comunale e gli Enti.
Vorrei suggerire di usare con gli interessati il metodo della 'consultazione' ascoltando e cercando di risolvere i problemi, nei limiti del possibile. Non quello della 'concertazione' che, inevitabilmente, porta ad accettare condizioni spesso in contrasto con gli obiettivi che si vogliono raggiungere. Le decisioni vanno assunte, invece, dalle autorità competenti, soltanto nell'interesse pubblico che prevale su quello privato.
Negli ultimi tempi, a Gallipoli, è stata compiuta un'operazione, non riuscita in altre località, che ho molto apprezzato. Con autonoma iniziativa, il Sindaco, correttamente applicando il testo unico degli Enti Locali, ha nominato la Giunta Municipale di sua esclusiva fiducia. Posso immaginare quanto abbia dovuto faticare!
Se è stato fatto con forte determinazione quello che non è riuscito altrove, allora è possibile superare, con la stessa ferma volontà, le difficoltà per restituire il Castello, finalmente 'isolato' nella sua grandiosità e nel suo fascino, a Gallipoli "Città Bella".

Giorgio DE GIUSEPPE