Trascorrono gli anni, si susseguono le Amministrazioni comunali ricche di buoni propositi, ma lo stato di sottosviluppo che caratterizza la ’città bella ’ è sempre dinanzi agli occhi di tutti.
Le grandi potenzialità esistenti, elencate quotidianamente in tutta la loro evidenza nelle accorte disamine dagli esperti dei vari settori, sono considerate bagaglio culturale da esibire nei dotti seminari e nei convegni di studio, da non coniugare con la contingente situazione che registra i peggiori indici di reddito e di disoccupazione a livello provinciale e regionale.
Le tante problematiche di corto respiro hanno il sopravvento sulle programmazioni di lungo termine che dovrebbero rappresentare l’obiettivo primario per un percorso di sviluppo.
La realtà sociale, negli ultimi anni, non ha saputo pianificare ed attuare un cammino di progresso economico in linea con gli indirizzi generali ed è mancato l’impegno delle forze politiche per la ricerca delle scelte più razionali ed utili per la valorizzazione delle nostre risorse.
Nel settore economico si è agito con improvvisazione ed avventurismo, senza un disegno di ampio respiro, a volte con grave pregiudizio delle grandi mete che si potrebbero raggiungere.
Il territorio gallipolino, nell’ambito del ‘Grande Salento’, è stato fatto oggetto di decisioni strutturali, specie negli ultimi tempi, con l’assenza delle rappresentanze locali politiche e culturali con la ovvia conseguenza che il ruolo determinante che potrebbe svolgere la città di Gallipoli nel contesto internazionale è stato spesso misconosciuto o minimizzato.
Manca la sensibilità necessaria per affrontare le tematiche di miglioramento con conseguente sottovalutazione delle reali difficoltà: il futuro della ‘città bella ’ sembra segnato da un ostinato rifiuto della messa in valore delle grandi potenzialità che si chiamano turismo, commercio, beni culturali. E’ urgente una presa di coscienza della realtà per investire il prossimo futuro in studi e ricerche volte a definire un completo ed articolato percorso che faccia dimenticare le fallimentari esperienze degli ultimi anni.
Partendo dai ‘Beni Culturali ’ si deve constatare che, se pur le importanti testimonianze descrivono la nostra Città come meta primaria di questo settore, l’offerta dei servizi è sempre stata di scarsa qualità.
Una ‘Città turrita’ che dispone del più bel ‘Castello con il Rivellino’ del Meridione d’Italia non ha saputo ancora programmare il rispetto della memoria storica, indispensabile per un alto richiamo del turismo culturale, e sta, invece, sperperando le risorse disponibili per la costruzione di un inutile ‘Museo della Pietra ’, nel cadente edificio mercatale, invece di procedere all’isolamento del Torrione angioino con l’antico fossato.
Lo stato di degrado del ‘centro storico ‘,circoscritto dalla cinta muraria dissestata, abbisogna di un progetto di riqualificazione generale volto a ripristinare la sedimentazione artistica che testimonia tutto il nostro glorioso passato, sin dall’antica ‘anxa’.
Non si può continuare ad intervenire con superficiali rifacimenti e rattoppi squalificanti come recentemente è avvenuto per la ‘Torre civica ’ o come si sta procedendo per il ‘Teatro Garibaldi ‘ che manca delle uscite di sicurezza previste dalla vigente legislazione. Un habitat storico culturale richiede una attenta lettura del passato, prima di procedere ad interventi sul territorio, per non compromettere il messaggio da illustrare e tramandare.
Questa sensibilità deve essere obbligatoria per i tecnici preposti alla manutenzione ed al rifacimento delle strutture esistenti, ricorrendo sempre ai contributi specialistici dei responsabili regionali.
I musei, la biblioteca comunale, la Cattedrale e le chiese, i Palazzi patrizi dovrebbero essere meglio qualificati e coordinati per rappresentare un forte richiamo di attrazione insieme alle meraviglie del nostro incanto ambientale.
Una operazione di profondo studio e programmazione tesa ad eliminare le incongruenze di natura conoscitiva e le difficoltà di accesso con l’eliminazione di tutte le barriere architettoniche, bonificando completamente le zone circostanti.
Complementare a ciò deve essere la politica di controllo dei luoghi aperti al pubblico sia del settore della ristorazione sia dei servizi al territorio, per migliorare lo standard di accoglienza e del rispetto della genuinità delle nostre ataviche tradizioni.
Sino ad ora si è operato con provvisorietà e nella totale confusione, con grande disimpegno della Cittadinanza e senza coordinati interventi, specie nel settore educativo, con il mancato coinvolgimento degli istituti scolastici per superare i tanti punti di criticità della realtà sociale.
E’ urgente una politica di cambiamento che non può essere gestita in solitudine dalla istituzione municipale. Essa richiede una ‘rivoluzione culturale ’, che da tempo noi andiamo auspicando per superare le tristi esperienze del passato fatto di iniziative che hanno messo in vetrina tutte le nostre difficoltà urbane.
Motore di sviluppo dell’ambito economico dovrà essere il sistema della portualità del settore commerciale, della pesca e del turistico per le attività di crociera e diporto, volto ad offrire un radicale miglioramento ed una concorrenziale efficienza.
A tutt’oggi le tre specializzazioni non offrono servizi competitivi mancando delle infrastrutture qualificanti: il porto commerciale è obsoleto e non dispone di una adeguata strada di accesso, il porto peschereccio è inesistente e si programma da decenni la sua diversa ubicazione, il porto turistico è continuo motivo del contendere tra le diverse società che dovrebbero realizzarlo.
Dopo la pausa estiva si dovrà procedere a dare risposte concrete a tutte le criticità messe in luce dalla scelta regionale di Gallipoli come porto di riferimento in grado di svolgere compiti di offerta differenziata nel sistema portuale pugliese.
Pertanto, superata la miope prospettiva della esclusione di qualcuno dei tre comparti esistenti, si devono porre in essere scelte qualificanti, iniziando a discuterne in ambito comunale con sedute consiliari monotematiche, aperte ai vari contributi degli specialisti ed esperti di settore.
Siamo pronti, da parte nostra, ad offrire l’esperienza acquisita sin dai tempi della costituzione del ‘Consorzio per il porto di Gallipoli’ del quale siamo stati gli ideatori ed i dirigenti per alcuni anni.
Nel numero 5/6 di questa rivista è stato pubblicato il dotto intervento dei professori Gabriele Pastrello e Beniamino Tanza dell’Università di Trieste relativo al problema della’..programmazione per la portualità’. Partendo da quel contributo si dovrebbe procedere, con estrema urgenza, alla costituzione del ‘Comitato promotore ’ per l’avvio di un ampio discorso condiviso volto ad attuare le importanti potenzialità di sviluppo. Le forze politiche di maggioranza e di minoranza dovrebbero, unitamente alla cittadinanza attiva, collaborare per la riuscita di questa nuova fase di ricerca per la realizzazione di un futuro di alta civiltà per la città di Gallipoli e del Grande Salento.
Luigi GIUNGATO